giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale a tutti in mosaico

Per il tradizionale post di auguri natalizi di quest’anno, ho pensato di prendere a prestito un’immagine e un pensiero di un artista (anche se definirlo così è riduttivo) che personalmente mi è molto caro. Si tratta del gesuita Marko Ivan Rupnik, i cui mosaici si trovano ormai in molte parti del mondo. Questo, dedicato alla Natività, appartiene ad un ciclo da lui realizzato per la cappella della Casa incontri cristiani di Capiago, nel comasco:



ed ecco una riflessione dello stesso padre Rupnik sull’incarnazione:

"L'incarnazione è il segno che l'amore di Dio non conosce abissi di separazione, che tutto appartiene a Lui, anche quell'abisso creato dalla volontà dell'uomo che vuol essere lui l'epicentro di tutto, un altro dio. Anche questo abisso è scavato dentro l'amore di Dio, perché per Dio non c'è un fuori. L'incarnazione fa vedere che l'amore di Dio include anche la libertà pervertita, opera del peccato umano. Ma, all'interno dell'amore, l'uomo si può creare un impero di autoaffermazione, proprio perché Dio lo ama, cioè gli dà lo spazio della libertà. L'incarnazione manifesta che la distanza tra Dio e il creato è misurata sull'amore e che nessun peccato può distruggere Colui che è amore. L'amore unisce lasciando liberi, abbraccia creando lo spazio della libertà, ama senza costrizione. In questo senso l'amore è debole, fragile, umile, povero, si nasconde ed è presente alla maniera dell'assente, per non dare fastidio. Proprio così Dio è sceso nel mondo e si è fatto uomo".

Con questo, tanti auguri di vero cuore a tutti; nel blog ci si rilegge il prossimo anno, altrove invece, strada facendo.

Buon Natale!

lunedì 21 dicembre 2009

Le Top Stories religiose del 2009: Obama in testa, ma solo negli USA

La fine di ogni anno, si sa, è tempo di bilanci e di “Top Ten”. Non è quindi inutile chiedersi quali siano state, nel corso di questo 2009 che sta per concludersi, le maggiori vicende religiose raccontata dai giornali. Dagli Stati Uniti provengono tre diversi elenchi abbastanza interessanti, anche perché denotano una particolare sensibilità che sarebbe utile paragonare con altre, se simili elencazioni esistessero anche altrove (o almeno se se ne avesse notizia).

La prima Top Ten è quella del prestigioso settimanale Time, secondo il quale il primo posto va all’avanzata del secolarismo in Europa, mentre al secondo si piazza la decisione di Benedetto XVI di favorire con un apposito documento il rientro degli anglicani nella Chiesa cattolica. Altra Top Ten è quella della Religion Newswriters Association, secondo la quale la palma va invece attribuita all’ormai celebre discorso del presidente americano Obama rivolto dal Cairo al mondo musulmano. Altra e ultima elencazione è quella stilata dalla Baptist Joint Committee For Religious Liberty (un organismo battista che si batte per la libertà religiosa). Anche in questo caso, al primo posto troviamo il presidente Obama, in particolare la sua decisione di mantenere aperto il cosiddetto Ufficio della Fede presso la Casa Bianca, voluto dal suo predecessore Bush Jr. Quest’ultima Top Ten contiene anche una curiosità che ha trovato scarso o nullo spazio nelle nostre cronache: al decimo posto troviamo infatti la decisione di un giudice della Carolina del Sud, il quale ha vietato una targa automobilistica personalizzata contenente una croce e la scritta “I Believe”.

I crocifissi, insomma, non fanno discutere solo in Europa.

venerdì 18 dicembre 2009

Restrizioni alla libertà religiosa: i risultati di un interessante studio americano

In questi giorni è uscito un  interessante studio riguardanti le restrizioni alla libertà religiosa di cui conviene dar conto.

L’indagine (che ha riguardato 198 nazioni di tutti i continenti) è stata effettuata dal Pew Forum on  Religion and Public Life, un istituto americano specializzato in questo genere di rilevamenti, e i risultati sono a dir poco allarmanti. È risultato infatti che circa il 70% della popolazione mondiale vive in Paesi in cui la libertà religiosa incontra severe restrizioni. La valutazione è stata fatta in base a due metri di misura: le restrizioni operate dai governi e quelle messe in atto da privati e gruppi organizzati. L’Arabia Saudita è l’unico Paese ad aver registrato il massimo indice in entrambe le misurazioni.

Nelle prime dieci posizioni i Paesi sono quasi tutti a maggioranza musulmana, ma è possibile trovarvi anche la Cina e Myanmar. In Europa, i Paesi che mettono in atti politiche più restrittive nei confronti della religione sono la Bielorussa e la Russia, mentre Germania, Francia e Austria ottengono un risultato sopra le media a motivo  delle legislazioni vigenti in questi stati e atte a proteggere i cittadini dai culti delle sette. In generale, sono il Medio Oriente e il Nord Africa ad adottare le politiche più restrittive, mentre le Americhe risultano all’ultimo posto.

Dati che non fanno ben sperare, dunque, e che mostrano chiaramente come la via verso la piena e completa libertà religiosa sia ancora lunga ed accidentata. Rendersi conto del problema e coscientizzarsi riguardo ad esso è già un primo passo.

mercoledì 16 dicembre 2009

"L'albero della macedonia": cristiani e musulmani insieme in favore dei bambini più svantaggiati

È una di quelle notizie di cui c’è sempre più disperatamente bisogno, e non solo perché creano un clima natalizio, ma soprattutto perché dimostrano che il dialogo tra le religioni non segue solo le vie delle discussioni teologiche (legittime e necessarie, ovviamente) ma anche quelle della vita comune e quotidiana.

Ne parlava il Corriere della Sera di qualche giorno fa, mentre ora è la volta dell’edizione milanese di Repubblica: si tratta di una comunità familiare (dal bel nome di “L’albero della macedonia”)  composta da cristiani e musulmani che hanno deciso di vivere e di sperimentare assieme un’esperienza di accoglienza, a favore di ragazzi e bambini italiani e stranieri allontanati dalle famiglie di origine. Al momento già due coppie - Mustapha e Fatima, Beppe e Margherita - abitano nella cascina di Monticelli Pavese (Pv) ma tra la tarda primavera e l’estate, quando i lavori di restauro dell’immobile saranno ultimati, se ne aggiungeranno altre due.

“Questo progetto è il segno tangibile di quel dialogo tra le fedi che abbiamo iniziato anni fa sotto la Tenda del Silenzio alle colonne di San Lorenzo”, ha sottolineato padre Cesare Azimonti, guardiano della comunità dei Frati Minori di piazza Sant’Angelo a Milano: dall’incontro “con i nostri fratelli musulmani” è nata “l’idea di dare vita ad un simbolo concreto della convivenza possibile tra due diverse fedi troppo spesso contrapposte”. Mentre don Gianfranco Bottoni, responsabile del servizio Ecumenismo della diocesi di Milano, commenta: «È un´intuizione stupenda che si dovrebbe far conoscere a quanti, purtroppo, si dicono cristiani ma non conoscono il Vangelo e bruciano incenso a un falso Dio, a difesa di un egoismo personale e collettivo: sono loro il pericolo per il futuro della fede cristiana».

Un’iniziativa, quindi, alla quale non rimane che da augurare tutto il bene possibile.

lunedì 14 dicembre 2009

"La lezione è finita": da Rimini la prima sit-com prodotta dalle suore

Chissà, magari il prossimo passo sarà la realizzazione di un reality. Per il momento, la congregazione delle Maestre Pie dell’Addolorata si è limitata a realizzare una sit-com. “La lezione è finita” (questo il titolo della serie) rappresenta in assoluto il primo caso di sit-com prodotto da un istituto religioso femminile, ma la superiora generale della congregazione, suor Lina Rossi, ha le idee ben chiare: «Il nome del nostro Istituto sembrerebbe non promettere nulla di ironico o leggero – afferma infatti con una buona dose di autoironia – è proprio per questo vogliamo dare un messaggio in controtendenza. Vogliamo stupire … bonariamente!».

Il set principale è a Rimini, dove le suore hanno un Liceo. Altre riprese sono state girate nello stato americano della Louisiana dove la Congregazione gestisce diverse opere ed attività sociali. Protagonista della sit-com, voluta dalle suore e realizzata in collaborazione con il Centro di produzioni multimediali NOVA-T di Torino (dei Frati Cappuccini italiani), è Francesca Draghetti, che interpreta una professoressa che vive con i suoi studenti l’ultima ora dell’ultimo giorno di liceo. Tutte le domande, la paura di crescere, le incertezze per il futuro, diventano tormentoni che innescano situazioni divertenti. La professoressa è capace di fare cose che sono fuori dall’ordinario. Gli studenti non si stupiscono, anzi la seguono nelle sue piccole e grandi follie. Qui è possibile visionare un trailer della sit-com, alla quale non rimane che fare l’augurio che possa smentire i triti e ritriti luoghi comuni sulle suore.

mercoledì 9 dicembre 2009

Dio oggi: un grande evento culturale al via oggi a Roma

«Dio oggi. Con lui o senza di lui  cambia tutto»: è questo il titolo dell’importante evento che prende il via oggi a Roma per concludersi il 12 dicembre. Organizzato dal Comitato per il progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana, l’appuntamento prende le mosse da un pensiero di Benedetto XVI: “Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l’insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l’orientamento dove andare. Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente”. E’ assimilabile solo in senso lato al classico convegno visto che, come affermato dagli organizzatori, “sono previste alcune relazioni magistrali, ma nelle quattro mezze giornate in cui si articolerà l’evento si terranno anche presentazioni di libri, esecuzioni di brani musicali, esposizioni d’opere d’arte, proiezioni cinematografiche, conversazioni, alle quali partecipano personalità eminenti sia del cosiddetto mondo laico, sia di quello cattolico”.

Nel presentare l'evento, il card. Camillo Ruini, responsabile del progetto culturale, ha sottolineato che su Dio non c'e' spazio per la neutralità. Nessuno è neutrale, ne' i credenti, ne' gli agnostici, ne' i non credenti. Anche gli agnostici non possono essere davvero indifferenti, finiscono infatti col comportarsi come se Dio non ci fosse. E tuttavia oggi la domanda decisiva rimane quella se Dio c'è o non c'è, nel secondo caso infatti tutti i discorsi su Dio sarebbero illusori. Il convegno, ha detto ancora Ruini, va inteso come un approccio globale e non solo razionalistico al problema di Dio, un approccio che anche culturale e esistenziale. Lo storico Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, spiega che un’iniziativa del genere sarebbe stata impensabile negli anni Settanta, ma oggi “è finita la stagione dell’ateismo e dell’indifferentismo ottimisti e animati da forza vitale”.

Davvero ricco il parterre dei partecipanti alla quattro giorni di lavori, tra quali vanno segnalati i cardinali Bagnasco e Scola, Massimo Cacciari, Emanuele Severino, Rèmi Brague e Robert Spaemann.

Bari: con "Le Voci dell'Anima" un ponte in musica tra Oriente e Occidente

Lo spettacolo "Francesco - Canto di una creatura" di Lucio Dalla, tratto dall'omonimo libro di Alda Merini aprirà stasera nella chiesa della Natività di Nostro Signore a Bari, la VI edizione del Festival Le Voci dell'Anima, in programma fino al 22 dicembre. Il Festival, come affermano gli organizzatori, è una sorta di “viaggio musicale attraverso le molteplici visioni espresse dalle tre grandi religioni monoteistiche del Mediterraneo”.

Il via dunque stasera con “Francesco – canto di una creatura”,  uno spettacolo di versi poetici e musica intorno alla figura di San Francesco di Assisi. Lucio Dalla incontra la poesia di Alda Merini e rende omaggio allo straordinario uomo che fu il frate “giullare di Dio”. Il verso recitato si lascia guidare e guida lui stesso le note dell’artista bolognese attraverso la voce recitante dell’attore Marco Alemanno. “La vita di un artista –ha dichiarato Lucio Dalla- è spesso associata nell'opinione pubblica al concetto di eccesso, in questo caso però vorrei tradurlo come un eccesso di amore, di curiosità, di stupore, di vicinanza al cielo, e per cielo intendo il desiderio di avvicinarsi a Dio”.
Le Voci dell'Anima proseguirà sabato 12 presso la Chiesa di San Marcello a San Pasquale con il gruppo mongolo Hulan in Tenger Minii. In generale, nei giorni della rassegna, il capoluogo pugliese vedrà in scena gruppi ed artisti provenienti da Italia, Mongolia, Algeria, Francia, Israele, Iran, Daghestan, Spagna e Grecia. L’obiettivo, come dichiarato dal direttore artistico della rassegna Antonio Princigalli e che “Bari e la Puglia debbano essere un crocevia culturale al centro del Mediterraneo dove sfidare l’idea che le differenze tra Oriente e Occidente comportino necessariamente ostilità”.

Un obiettivo ambizioso, ma che la musica può contribuire a raggiungere.

lunedì 7 dicembre 2009

Copenhagen: le questioni climatiche nella riflessione delle chiese cristiane

Inizia oggi a Copenhagen (tra mille incertezze) la conferenza sul clima. Le questioni inerenti i cambiamenti climatici sono da un po’ da tempo al centro anche delle riflessioni delle chiese cristiane (oltre che di altre religioni) e conviene dare quindi conto delle principali. Anche il Papa, all’Angelus di ieri, è intervenuto sull’argomento e, augurandosi una buona riuscita dell’appuntamento, ha affermato che "la salvaguardia del creato postula l'adozione di stili di vita sobri e responsabili, soprattutto verso i poveri e le generazioni future".

Lo scorso mese di novembre era stata invece la volta del Consiglio Ecumenico delle Chiese prendere posizione sull’argomento. Al termine di una settimana di lavori, un apposito documento affermava tra l’altro che “come Chiese, facciamo pressione perché venga adottato un accordo giusto e vincolante sui cambiamenti climatici in seguito alla Conferenza che si terrà a dicembre a Copenaghen, accordo che includa una clausola relativa alle persone vittime dell’esodo climatico”. Particolare invece l’iniziativa che domenica 13 dicembre coinvolgerà svariate chiese europee, sia cattoliche sia protestanti: 350 rintocchi di campana (il numero è stato scelto perché tante sono le parti per milione di CO2 in cui rientrare per non alterare il clima) risuoneranno nei cieli europei a sensibilizzare sui temi di cui si parla nella capitale danese.

Per tornare alle riflessioni di più ampio respiro, una nota particolare merita climadigiustiza.it, campagna di sensibilizzazione messa in atto da svariate realtà dell’associazionismo cattolico. Tre le richieste poste al governo italiano in vista del vertice: il riconoscimento del diritto delle popolazioni dei paesi poveri ad uno sviluppo sostenibile, ponendo particolare priorità alle comunità vulnerabili che vivono in povertà; un sostegno adeguato ai Paesi in via di sviluppo da parte dei paesi industrializzati certo e addizionale per le strategie di adattamento al cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni dei gas serra da parte dei paesi industrializzati di almeno il 30-40%, entro il 2020 rispetto ai valori del 1990.

Quello che c’è da augurarsi è che ai buoni propositi facciamo seguito i fatti concreti di cui il mondo ha bisogno.

mercoledì 2 dicembre 2009

Camaldoli: ebrei e cristiani per la trentesima volta in dialogo

Tra le varie iniziative che trovano degna sede presso il monastero di Camaldoli, quella che prende il via oggi merita una menzione particolare, sia per l’evento in sé stesso sia per l’anniversario. Prende  infatti il via (per concludersi il 7 dicembre prossimo) la trentesima edizione dei Colloqui ebraico-cristiani, preziosa occasione per fare il punto della situazione del dialogo in Italia, tra oggettive difficoltà e nuove possibili aperture.

Quest’anno l’organizzazione ha voluto privilegiare la partecipazione giovanile, chiedendo alle varie realtà giovanili ebraiche e cristiane, non solo interventi,ma anche una presenza attiva all’evento nel suo insieme. Nelle varie giornate sarà possibile ascoltare più voci di alto livello teologico e spirituale sul tema.

Tra questi vale la pena segnalare il rabbino Jack Bemporad, Amos Luzzatto e il pastore Paolo Ricca  e alcuni esperti della storia e delle tematiche del dialogo quali Anna Foa e Massimo Giuliani. Spazio verrà anche dato alle concrete esperienze che operano da anni nel nostro paese: le Amicizie ebraico cristiane italiane e internazionali, le riviste specializzate (SeFeR, Qol, Confronti), i gruppi e i centri di studio (Gruppo Teshuvà, Sae, Centro Cardinal Bea) che con il loro lavoro hanno reso e rendono il dialogo ebraico-cristiano possibile e fecondo in Italia.

martedì 1 dicembre 2009

Unione Europea: al via un seminario su conflitti e religioni

In un tempo come quello attuale il dialogo tra le religioni vive un periodo di stagnazione e le stesse vengono accusate semmai di fomentare i conflitti, ecco che una buona notizia viene a rasserenare un po’ il clima.

Oggi  prende il via a Bruxelles il seminario che la Commissione degli episcopati della Comunità europea, l’Ufficio di Bruxelles della Chiesa protestante di Germania  e l’Ufficio europeo della Fondazione Konrad Adenauer organizzano annualmente in maniera congiunta. Particolarmente attuale il tema di quest’anno: “Il ruolo degli attori religiosi nella costruzione della pace”.

“In questi ultimi anni – spiega una nota congiunta dei promotori – l’Ue è sempre stata più coinvolta da aree di sua prossimità, sedi di conflitti”. In molte di queste regioni “gli attori religiosi giocano o hanno giocato un ruolo cruciale sia durante il conflitto, sia nella fase di post-conflitto” e “spesso devono svolgere un ruolo anche negli sforzi di riconciliazione e costruzione della pace”.

I partecipanti al seminario si interrogheranno dunque su cosa possono fare gli attori religiosi per promuovere la riconciliazione nelle situazioni di post-conflitto, su quale lezione si può trarre dalle esperienze del Vicino Oriente, dei Balcani e del Caucaso, su qual è o quale potrebbe essere l’impatto di attori religiosi esterni come Sant’Egidio, Pax Christi o la Conferenza mondiale delle religioni per la pace e sulle modalità attraverso le quali l’Ue può impegnarsi con questi attori religiosi nelle aree di conflitto.

lunedì 30 novembre 2009

Referendum svizzero sui minareti: un contributo alla comprensione del problema

La questione del referendum svizzero sull’edificazione dei minareti terrà banco ancora per un bel po’ (c’è da scommetterci) nel panorama politico europeo. Potrebbe essere l’occasione per un dibattito serio, sensato e pieno contributi sul ruolo dell’integrazione e del rapporto tra le varie religioni e su quello della libertà religiosa. Difficilmente questo accadrà, prevalendo, come quasi sempre accade in casi simili, l’emotività e i toni urlati.

E da segnalare quindi con favore il contributo di quei pochi che tentano faticosamente di inquadrare la questione in un quadro il più scientifico possibile, il che non significa affatto asettico, bensì al riparo  da quell’emotività che fa sempre aggio sulla razionalità. È il caso di Stefano Allievi, docente di sociologia delle religioni ed esperto in materia in quanto curatore di un rapporto  sulla costruzione di moschee in Europa. Intervistato dal quotidiano francese La Croix (l’intervista è disponibile tradotta in italiano qui) Allievi fa alcune interessanti considerazioni delle quali almeno un paio meritano di essere riprese.

Riguardo all’ostilità generalizzata in merito alla costruzione di moschee, lo studioso afferma che “le costruzioni di moschee continuano a suscitare molti conflitti. Bisogna notare che nessun altro luogo di culto, tempio sikh, luoghi di culto pentecostali, provoca queste opposizioni. Negli ultimi trent'anni, solo l'islam incontra questo problema. Abbiamo esaminato gli argomenti contrari alle costruzioni, raramente si tratta di punti precisi riguardanti le modalità del luogo, il vicinato (problemi di parcheggi, di affluenza), ma piuttosto di argomenti generali, cioè ideologici”.  In merito all’origine di tali conflitti, Allevi evidenzia come “sul piano locale, per un progetto urbanistico, il conflitto permette di esprimere interessi divergenti. Ma se si esaminano le situazioni più da vicino, ci si accorge che tali conflitti hanno delle derive quando si intromettono degli “imprenditori politici dell'islamofobia”, perché non hanno nessun interesse a risolvere il conflitto, che incontra allora un'evoluzione patologica. Tanto più che sono rapidamente recepiti dai media che se ne impossessano – l'islam si vende bene! - e li diffondono a livello nazionale”.

La cosa inoltre paradossale di tutta la vicenda svizzera è che ciò che finora esisteva senza essere visto e notato, è stato ora posto all’attenzione di tutti. Classico esempio di eterogenesi dei fini.

venerdì 27 novembre 2009

Foggia: inaugurata Aurea, la Borsa del turismo religioso

Difficile trovare settori non in crisi di questi tempi, quando anche ciò che sembrava incrollabile comincia a dare segni di scricchiolii. Eppure un settore che non sembra risentire della crisi c’è, ed è quello del turismo religioso. Ecco perché vale la pena segnalare Aurea, la Borsa internazionale del turismo religioso che si è aperta ieri a Foggia e che si concluderà domani snodandosi tra incontri, workshop e seminari riguardanti il settore.

Inaugurando i lavori, il presidente delle Regione Puglia Nichi Vendola è stato quanto mai esplicito: 'Il turismo religioso - ha dichiarato infatti - rappresenta una fetta importante nell'economia della Puglia e del foggiano in particolare e, in una regione come la Puglia, è un tesoro ancora tutto da scoprire. Diciamo che il grosso gira intorno a San Giovanni Rotondo, ma noi non siamo neanche in grado di catturarlo perché possa fermarsi alcuni giorni'. 'E' un turismo mordi e fuggi – ha continuato - e molti di coloro che arrivano a San Giovanni Rotondo, non conoscono la meraviglia di Monte Sant'Angelo, di una chiesa scavata nelle viscere di una montagna; e molti non conoscono i tanti cammini che in Puglia, da Monte Sant'Angelo fino ad Otranto, fanno della storia della cristianità, ma non solo della storia delle religioni del nostro territorio, qualcosa di straordinariamente ricco, penso ai sedimenti della cultura mussulmana, a quella ebraica e alla presenza di sinagoghe e di ghetti'.

Un settore importante, dunque, quello del turismo religioso, ma con potenzialità ancora inespresse che potrebbero portarlo a crescere ancora. Del resto, i numeri della rassegna pugliese parlano da soli: uno spazio espositivo di 5000 metri quadrati in cui operano 100 tour operator specializzati provenienti da tutta Europa e circa 120 espositori. Il turismo religioso, insomma sembra far bene allo spirito e all’economia, un’abbinata che di questi tempi non è da sottovalutare.

martedì 24 novembre 2009

Gesù ti vuole magro: dagli USA arrivano le diete "biblicamente corrette"

Chissà, magari la cosa potrebbe pure essere vista come una variazione dell’antico motto benedettino: non più “Prega e lavora”, bensì “Prega e dimagrisci”.

Come affermato infatti da un interessante articolo del britannico Daily Mail, infatti, l’ultimo grido in fatto di dimagrimento è quello basato sulle diete che si appoggiano sulla religione, il cristianesimo in primis.

Capostipite del settore pare sia stato il programma  Thin Within, che promette di far crescere nella fede mentre, in maniera contestuale, si riduce il girovita, mentre Oltremanica sta andando per la maggiore Fit For Life Forever, che cerca di individuare (sempre con gli strumenti che la religione mette a disposizione) le ragioni profonde per le quali si esagera con la forchetta. La tendenza ha avuto inizio in ogni caso negli States, dove libri dai titoli inequivocabili quali “What Would Jesus Eat?” e “Hallelujah Diet” sono dei veri e propri long seller.

È comunque Gwen Shamblin, con il suo programma “The Weigh Down Diet” la vera e propria "santona" del dimagrimento biblico. La Shamblin (che da pure il buon esempio, pesando pare una cinquantina di chili) ha le idee estremamente chiare: se Dio è il creatore di tutto, possiamo nutrirci di tutto; con moderazione, però. «Quando credi di essere affamato –afferma tra l’altro- aspetta dieci minuti. Pensa a Gesù. Dividi a metà le porzioni. Usa piatti più piccoli. Non andare mai oltre le vere richieste del tuo stomaco».

I consigli della Shamblin lasciano perplessi i nutrizionisti, che invece sono più favorevolmente impressionati da quelli dispensati da Dan Colbert (un medico della Florida) nel libro menzionato sopra e riguardante il modo di mangiare di Gesù. Chi si nutre come faceva Gesù -sostiene Colbert- ha molte possibilità restare in forma e di perdere i chili di troppo. Quindi, nel regime dietetico cristianamente corretto va dato spazio a vino, pane, pesce e legumi. La carne va invece riservata alle grandi occasioni (come testimoniato tra l’altro dalla parabola del figliol prodigo, in cui il vitello grasso si ammazzò per un’occasione non certo di routine).

Fenomeni interessanti, quelli decritti nell’articolo, ma il dubbio rimane: per perdere qualche chilo di troppo c’è davvero bisogno di ricorrere alla Bibbia?

domenica 22 novembre 2009

Animali e religioni tra induismo, islam e cristianesimo

Tempi duri per gli animali coinvolti in festività religiose, considerato il fatto che i medesimi si trovano “dall’altra parte della barricata”: sono cioè coloro cui si fa la festa e non certo i festeggiati.  Nel distretto nepalese di Bara, come informa Asia News, è infatti in corso la festività indù del Gadhimai Mela, nota per detenere il triste primato di maggior evento sacrificale al mondo. Durante le festività, che culmineranno dopodomani con il previsto arrivo di circa un milione di persone, “i fedeli sacrificano al dio Gadhimai migliaia di animali quali bufali, capre e polli. Secondo l’induismo essi placano con la loro sofferenza la rabbia del dio, donando agli uomini fortuna e prosperità”.  Ovviamente, i buddhisti locali e gli animalisti fanno puntualmente sentire la loro protesta (esiste anche un sito approntato appositamente) ma nulla sembra riuscire a fermare la mattanza. Eppure la cosa non ha solo risvolti religiosi, ma pure sociali, visto che durante i festeggiamenti avvengono episodi poco commendevoli, come racconta la stampa locale e il blogger Enrico Crespi in un suo interessantissimo post.

Ma per gli animali non sono tempi duri solo nel lontano Nepal: venerdì prossimo sarà infatti l’Aïd el Kébir (festa del sacrificio). La festa si svolge il decimo giorno dell’ultimo mese del calendario musulmano e consiste nell’uccisione di un montone che deve essere poi diviso in tre parti uguali: una per la famiglia, una per i vicini e una per i poveri.

Se a tutto ciò si aggiunge che al Natale manca ormai poco più di un mese e che per i tacchini si prospettano tempi bui, il quadro è davvero completo.

giovedì 19 novembre 2009

Presentato a Loreto il "Facebook della preghiera": fedeli di tutto il mondo uniti intorno al Rosario digitale

Si è svolto ieri a Loreto il convegno dall’accattivante titolo «Fede e tecnologia: una convergenza a sostegno della preghiera», organizzato dalla Delegazione pontificia per il Santuario della Santa Casa. L’occasione (oltre che per fare il punto della situazione in merito) è stata anche propizia per presentare quello che è già stato definito il 'Facebook della preghiera', un social network d'incontro e dialogo tra fedeli di tutto il mondo, per pregare ovunque e in qualunque momento della giornata e ispirato proprio al santuario di Loreto.

Come spiegato dallo stesso arcivescovo Giovanni Tonucci presentando l’iniziativa “all’inizio, un anno fa, si è sperimentato il rosario elettronico, un piccolo apparecchio che io stesso porto con me in macchina. È stato un successo, così si è pensato di aprirsi a nuovi orizzonti, attraverso i cellulari: in fondo anche l’uso della corona per recitare il rosario fu un primo passo tecnologico, e ora ne compiamo un altro a sostegno della preghiera...”.    Vincenzo Coccoli di Euro Digital Equipment, l'azienda che ha realizzato il Rosario Digitale (qui una sua breve intervista) aggiunge che "si tratta di un innovativo progetto digitale di supporto alla fede, concepito per mettere contemporaneamente in contatto più persone e dar loro la possibilità di aggregarsi in gruppi di preghiera''.  L’applicazione è accessibile gratuitamente all'indirizzo www.prexcommunion.com (dove sono  presenti i contributi registrati di monsignor Giovanni Tonucci, che lo introduce ed impartisce la benedizione finale) e a pagamento dai cellulari più evoluti o dagli Smart-Phone. La piattaforma consente inoltre di sapere in tempo reale quanti altri fedeli nel mondo stanno pregando insieme a noi per la stessa intenzione. I fedeli posso anche creare spazi personalizzati, blog, forum di discussione, condividere documenti, impostare calendari di eventi religiosi e organizzare incontri di preghiera.

L’idea è senz’altro buona, ora si tratterà di vedere come verrà recepita dal mondo della Rete e –soprattutto- se l’idea medesima corrisponde ad un bisogno reale. È la dura legge del Web.

martedì 17 novembre 2009

Cristianesimo e Islam: da Milano e Padova interessanti spunti per un dialogo proficuo

Il C.A.D.R. (Centro ambrosiano di documentazione per le religioni) struttura della diocesi di Milano che si occupa di ecumenismo e dialogo interreligioso, ha pubblicato un opuscolo che contiene alcune indicazioni nell’approccio al mondo islamico la cui utilità va ben oltre i confini della diocesi lombarda.

Lo scritto (molto pragmatico, secondo lo stile meneghino) prende il considerazione le varie circostanze in cui il mondo cristiano incontra quello islamico: dalla preghiera («di fronte alle richieste di pregare assieme è opportuno accettare di "stare assieme per pregare" magari silenziosamente») alle mense scolastiche («il criterio che ci sembra giusto adottare, di fronte alle richieste dei genitori musulmani per il cibo e le feste, è quello di prestare ascolto, purché queste richieste non diventino mai imposizione agli altri alunni e non abbiano la pretesa di eliminare le feste e i segni cristiani che sono cari alla nostra tradizione»).

In mezzo, tutta una serie di altre questioni che vanno affrontate con buon senso, ma senza indossare l’elmetto o ergersi sulle barricate: dai matrimoni misti al favorire le iniziative di reciproco scambio e conoscenza, dalle richieste da parte islamica di locali parrocchiali per la preghiera alla presenza di bambini di fede musulmana negli oratori.

Un’altra diocesi molto attiva nel settore dei rapporti con l’islam è quella di Padova, che ha messo a disposizione un intero sito interamente dedicato all’argomento, ricco di spunti e di documentazione al riguardo.

domenica 15 novembre 2009

Luoghi di culto e liberazione dal male: religioni a confronto a Torino e Genova

È sempre interessante scoprire come le diverse religioni affrontano dai loro rispettivi punti di vista le problematiche che le riguardano più da vicino o quelle che –più in generale- investono la società in cui viviamo. Sono quindi da salutare con particolare favore due iniziative che prendono il via domani a Torino e Genova. Presso il capoluogo piemontese si svolge infatti il convegno di Ecumenica dal titolo “Luoghi della fede. Legittimità, visibilità, arte”.  Rappresentanti di svariate religoni (Ebraismo, Cristianesimo – Cattolici, Ortodossi, Valdesi –, Islam, Induismo, Buddismo, Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Bahà’ì) faranno il punto della situazione relativamente al ruolo che gli edifici di culto rappresentano per esse e su come gli stessi vengono vissuti dai fedeli.

A Genova prende invece il via il convegno “La liberazione dal male nelle tradizioni religiose e nel pensiero filosofico”, appuntamento promosso e organizzato dal "Centro di Studi Antonio Balletto"  e dalla "Associazione Italiana di Filosofia della Religione" , di cui costituisce l’ottavo convegno nazionale. Quello che verrà affrontato -in chiave interculturale e pluralistica- è uno dei problemi principali della sfera religiosa, anzi quello che per molti studiosi e filosofi è il problema centrale della religione e la molla originaria delle molteplici tradizioni religiose: l’enigma del male patito e del male compiuto, della sofferenza e della colpa, e la sfida del come venirne a capo nella vita personale, interpersonale e collettiva. La scelta metodologica è stata quella di proporre un confronto tra filosofi della religione  e studiosi ed esperti delle principali famiglie religiose, che rendesse possibile un’illustrazione concreta della problematica.

venerdì 13 novembre 2009

Inizia oggi in tre città italiane l'esposizione delle reliquie del Buddha storico

Chi pensasse che il culto delle reliquie sia una qualcosa di tipicamente cattolico, avrebbe da oggi una sonora smentita. Inizia infatti a Padova (per proseguire successivamente a Milano e Bologna) l’esposizione delle reliquie del Buddha storico, evento più unico che raro e che attirerà quindi moltissimi visitatori.

Come spiegato in ambito buddhista, “quando pensiamo a alle reliquie abbiamo la tendenza di contemplare  qualcosa di morto, inanimato e forse anche non attraente, come vestiti, frammenti di ossa o di denti. Non è ciò che sono queste reliquie. Quando un Maestro spirituale viene cremato, nei resti delle ceneri, spesso vengono trovate delle meravigliose perle di cristallo. I tibetani le chiamano Ringsel. La loro purezza interiore appare nella forma di reliquie. I veri maestri spirituali generalmente non parlano dei loro conseguimenti interiori, così esse sono la tangibilità materiale che il maestro ha ottenuto le qualità di compassione e saggezza prima della morte”.

Raniero Gnoli, docente di Indologia alla Sapienza di Roma, e curatore per i Meridiani di Mondadori di due volumi dedicati agli insegnamenti del Buddha, afferma che «nel testo che parla della morte del Buddha si dice che i resti vennero custoditi dai discepoli, ci furono anche contrasti nella divisione, e in fondo è naturale. È vero che il Buddha disse "non mi vedrete più", ma tutti i fondatori di religione vengono in qualche modo deificati, succede anche con Maometto nell’Islam, il culto delle reliquie è una forma di rispetto».

Una forma di rispetto che in questo caso ha anche un risvolto benefico, visto che le offerte raccolte in occasione dell’esposizione andranno a finanziare alcuni progetti del Maitreya Project. Ovviamente (essendo il mondo buddhista alquanto variegato) non potevano mancare coloro che dissentono dall’operazione, mentre (in maniera altrettanto ovvia) è stato prontamente allestito un gruppo Facebook al riguardo che conta attualmente oltre 600 iscritti.

 

martedì 10 novembre 2009

Internet e comunicazione nella Chiesa: da domani i vescovi europei riuniti in Vaticano

Facebook, YouTube e Wikipedia sbarcano in Vaticano. Non nel senso che tali strumenti non siano finora conosciuti e usati oltre le Mura Leonine, bensì in quello che tali mezzi (ed altri appartenenti al cosiddetto Web 2.0)  saranno per la prima volta oggetto di intense giornate di studio. L’incontro, intitolato “La cultura di Internet e la comunicazione della Chiesa”, è organizzato nell’ambito dell’Assemblea plenaria della Commissione episcopale europea per i media (Ceem) che si svolgerà da domani a domenica 15 novembre.

Durante l’assemblea i vescovi europei si confronteranno con chi fa comunicazione e produce cultura attraverso Internet: dalla rete sociale Facebook al motore di ricerca Google-Youtube, dal microblogging Identi.ca all’enciclopedia sociale Wikipedia (è stranamente assente Twitter). Un sociologo aiuterà i partecipanti a comprendere il rapporto che i giovani hanno con Internet. Successivamente, si parlerà di pirateria informatica e copyright. Infine, dato che “i media diventano sempre più lo spazio sociale e culturale entro cui passano tutte le nostre pratiche individuali e sociali”, l’assemblea “cercherà di verificare come internet cambia anche le pratiche religiose in particolare tra i cristiani”. La Ceem è una commissione specializzata del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee) che segue lo sviluppo dei media e delle comunicazioni ecclesiali.  All’incontro prenderanno parte un centinaio di delegati: vescovi responsabili delle commissioni episcopali per le comunicazioni sociali, unitamente ad esperti, addetti stampa e portavoce delle Conferenze episcopali d’Europa.

Un altro segnale, unitamente a quello lanciato con il messaggio della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dell’interessamento della Chiesa attorno a tutto ciò che ruota attorno al fenomeno Internet.

domenica 8 novembre 2009

Muro di Berlino: decisivo (anche se misconosciuto) il ruolo delle chiese tedesche

I festeggiamenti per il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino raggiungeranno oggi il loro culmine. Era infatti il 9 novembre 1989 quando il grido «Die Mauer ist geöffnet» (il muro è aperto) riecheggiò in Germania e nel mondo intero. A Berlino, i festeggiamenti inizieranno con una celebrazione ecumenica che si terrà presso  la Gethsemanekirche, la chiesa presso la quale si riunivano gli allora esponenti della dissidenza tedesco-orientale.

È proprio il ruolo delle chiese protestanti ad aver provocato accese discussioni negli ultimi tempi in Germania. A parere di alcuni loro esponenti, infatti, il decisivo contributo da queste dato agli eventi che portarono in seguito  alla decisione di abbattere il Muro è decisamente sottovalutato. Come osservato dal teologo Richard Schroder, “nei media sembra che il Muro sia caduto senza alcuna storia pregressa. L'opinione pubblica della Germania, soprattutto di quella occidentale, non ha una chiara percezione del ruolo delle Chiese''.  Per Werner Schulz, ex dissidente e oggi europarlamentare ''la rivoluzione pacifica fu anche, nella sua essenza, una rivoluzione protestante. Il suo slogan di 'non violenza' era l'essenza del Sermone della montagna, il passaggio più rivoluzionario del Vangelo. Le chiese protestanti furono i 'campi base' della rivoluzione. La gente andava dalle preghiere per la pace alla proteste in strada con serietà protestante, con disarmante ragionevolezza e disciplina''. Un’accurata ricostruzione degli eventi è tra l’altro fornita dal giornalista tedesco Joachim Jauer in un articolo apparso sul mensile Tracce.

Il portavoce vaticano Padre Federico Lombardi, mette invece l’accento sul ruolo svolto da Giovanni Paolo II ricordando come “la fede cristiana aveva dimostrato di aver contribuito ancora una volta all'unione e alla civiltà del continente, superando la prova crudele dell'ateismo di Stato”.

giovedì 5 novembre 2009

Crocifissi e citazioni: in Europa e USA Dio e Cesare fanno sempre discutere

Mentre infuriano ancora le polemiche sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che proibisce la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, due notizie provenienti dagli USA dimostrano come la questione dei simboli (siamo essi visivi o scritti) religiosi non sia affatto una questione esclusivamente di casa nostra.

Entrambe le notizie originano dal motto americano, quel “In God we trust” che non ha bisogno di traduzioni  e che campeggia tra l’altro sulle monete e banconote a stelle e strisce. La prima notizia è una sentenza della Corte distrettuale della Columbia, la quale ha respinto la richiesta di un cittadino americano ateo che chiedeva di togliere la citazione dalla valuta in circolazione. La motivazione addotta dalla Corte è che il motto ha valore unicamente patriottico e cerimoniale e non intende in nessun modo sponsorizzare una pratica religiosa particolare.

L’altra notizia viene invece dalla cittadina californiana di Lathrop, dove il medesimo motto, “In God We Trust” campeggerà d’ora in poi nello stemma cittadino. Come informano le cronache, la discussione si è tra l’altro connotata di specifiche molto poco spirituali, come il costo che la collettività dovrà sopportare per l’intera operazione. Ma alcuni hanno sollevato obiezioni anche di ben altro spessore, come il fatto che le convizioni personali, tali dovrebbero rimanere senza coinvolgere l’intera collettività.

In Europa a tali discussioni siamo abituati da tempo. Negli USA le polemiche sono più recenti, ma una cosa accomuna le due sponde dell’Oceano: quando ci sono di mezzo Dio e Cesare, c’è sempre da discutere.

 

martedì 3 novembre 2009

Arte e spiritualità: un appello al Papa contro le brutte chiese

Il rapporto tra arte e sacro, si sa, è da sempre foriero di polemiche a non finire, come dimostrano tra l’altro alcune notizie delle ultime ore. Domani verrà reso disponibile un appello al Papa contro l’odierna architettura sacra.  Secondo quanto anticipato, a giudizio dei firmatari, «vediamo crescere di giorno in giorno edifici sacri spogliati del sacro e costruiti senza alcuna cognizione della liturgia, ma modellati sul funzionalismo o sull’estro inconsulto e arbitrario dell’architetto creatore», recita l’appello. «Vediamo le nostre chiese pullulare di immagini e simbolismi più genericamente “religiosi”, ma che non illustrano alcuna realtà genuinamente cattolica».  Secondo gli estensori, «l’arte e l’architettura sacre oggi non sembrano favorire l’incontro dolce e vivificante» con Dio, ma piuttosto «ostacolano e pervertono costantemente». Sarà interessante vedere quanto l’appello avrà seguito (e chissà se lo firmerebbe un artista quale Buff Diss, che ha realizzato un Crocifisso con il nastro adesivo).

Il 21 novembre prossimo Benedetto XVI incontrerà il mondo dell’arte in occasione del decimo anniversario della Lettera di Giovanni Paolo II agli Artisti. Radio Vaticana pubblica un’intervista a Mons. Gianfranco Ravasi sul significato dell’evento.

Passando alla musica, è invece da segnalare l’ultimo lavoro di Roberto Vecchioni, "In Cantus”, profondamente intriso di spiritualità, come dimostra tra l’altro ''A Dio'', canzone composta sui versi di un’omonima poesia di Vittorio Gassman. E chissà, magari al reverendo anglicano Edward Tomlinson (che ha lanciato una sua personale crociata contro i canti profani in chiesa) l’ultima fatica discografica del cantautore milanese piacerebbe di più di Tina Turner.

domenica 1 novembre 2009

Alda Merini: il rapporto con il sacro e la spiritualità nella sua opera poetica

L’opera poetica di Alda Merini, scomparsa nella sua Milano all’età di 78 anni, può essere valutata da diversi punti di vista. Uno (e forse dei più intriganti) è quello del suo rapporto con la spiritualità. Rapporto che non è mai venuto meno, come dimostrano, tra gli altri, i titoli di alcuni suoi libri tra cui “Francesco. Canto di una creatura” , “Cantico dei Vangeli” e “Corpo d’amore. Un incontro con Gesù”.

“Dio guarda tutti, ci vede, guarda i terremotati, vede gli infelici e non abbandona il mondo. Io sono sicura. E uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto”. Così parlava Alda pochi mesi fa a proposito del terremoto che ha colpito l’Abruzzo, a testimonianza della sua attenzione al fatto religioso.  Sul mensile Jesus è disponibile una sua intervista in cui dichiara tra l’altro: «Quando alcuni miei testi di contenuto religioso sono stati rappresentati in pubblico, ho riempito chiese e teatri. Molti erano giovani, ma credo che non venissero tanto per me, quanto per Lui. Forse cercavano qualcuno che li guidasse. Perché la poesia è soltanto un tramite. Da sola la letteratura non salva nessuno. In Cristo c’è la Resurrezione, in noi la morte».

Un’altra interessante intervista che dimostra la sua attenzione alla religiosità è disponibile qui. In essa la poetessa milanese parla tra l’altro di Maria con parole che toccano il cuore: “E’ la donna meravigliosamente dotata di intelletto, la grande ascoltatrice, la terra macerata dal dolore che produce molte lacrime e la resurrezione. Dalle lacrime viene questa spinta verso l’alto. Solo raccomandandosi e abbandonandosi in Dio si superano certi abissi. E’ la donna della donazione  assoluta che accetta un figlio che dovrà rendere. Un po’ come tutte le madri”.

Mancherà a tutti, Alda. A coloro che cercano e a coloro che hanno già trovato, ma soprattutto ai primi.

venerdì 30 ottobre 2009

Padre Matteo Ricci: apre oggi una grande mostra nel quarto centenario della morte

Di Cina si parla molto ultimamente, è vero. Ma l’occasione che si apre oggi per farlo è davvero ghiotta e da non farsi sfuggire, tanto è particolare la sua angolazione. Presso il Braccio di Carlomagno in Vaticano viene infatti inaugurata la mostra “Ai crinali della storia. Padre Matteo Ricci fra Roma e Pechino”. Prendendo spunto dal quarto centenario della morte del gesuita, matematico e astronomo che intraprese un’azione missionaria nel territorio cinese al tempo della Dinastia dei Ming, la mostra è suddivisa in cinque sezioni: La Compagnia di Gesù e Padre Matteo Ricci; Ritratti e documenti; La Roma di Matteo Ricci; Matteo Ricci e la Cina; L’opera scientifica e geografica; e L’eredità/inculturazione.

''Nella mostra sono esposti molti autografi, tra cui il trattato sull'amicizia, se gli servì da passaporto per entrare in Cina - spiega Giovanni Morello, presidente della Fondazione per i Beni e le Attivita' Artistiche della Chiesa - In mostra anche la matrice di una lettera che papa Sisto V avrebbe dovuto scrivere all'imperatore cinese per avviare i rapporti diplomatici tra i due Stati. La lastra - continua Morello - fu scritta da Matteo Ricci, purtroppo però quando arrivò in Italia il Papa morì e il progetto non si realizzò'''.

“Li Madou” – questo il nome cinese di padre Ricci – si spense a Pechino l’11 maggio 1610. In deroga alla tradizione di non consentire l’inumazione in Cina agli stranieri, l’imperatore concesse un terreno per la sua sepoltura, come estremo tributo alla sua scienza e al suo amore per i cinesi. La via dell’ “inculturazione” scelta dal gesuita, unita alla pratica instancabile della carità, seppe dare i suoi frutti, con le conversioni di importanti dignitari e di esponenti di ceti modesti, colpiti dal grande rispetto del missionario per il Confucianesimo e per il patrimonio culturale cinese. La mostra sarà visitabile fino al 24 gennaio 2010 e l’auspicio è che serva a diffondere maggiormente la conoscenza della sua persona e del suo metodo di evangelizzazione. Qui un'intervista con Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.

mercoledì 28 ottobre 2009

Libertà religiosa nel mondo: luci ed ombre nel rapporto del Dipartimento di Stato americano

Qual è la situazione della libertà religiosa nel mondo? Un’interessante e particolare angolatura per parlarne è rappresentata dal rapporto che il Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha presentato al Dipartimento di Stato. Con la speranza che la relazione incoraggi l’azione dei movimenti per libertà religiosa nel mondo, il rapporto mette sul banco degli accusati soprattutto alcuni Paesi, tra i quali primeggiano (naturalmente in senso negativo): Corea del Nord, Iran, Myanmar, Cina, Sudan, Eritrea, Arabia Saudita e Uzbekistan.

Michael Posner, funzionario del Dipartimento, ha affermato che la nuova politica inaugurata dal presidente Obama nei confronti del mondo musulmano non significa affatto un accantonamento del tema della libertà religiosa, dato che quest’ultima rappresenta “un diritto fondamentale, un bene sociale, una fonte di stabilità  e una chiave per la sicurezza internazionale”.  Alcuni Paesi, come la Giordania, la Spagna e altri, sono stati lodati per i loro sforzi nel campo del dialogo interreligioso, mentre  il rapporto non si esime da un’autocritica: "Siamo pienamente consapevoli che, anche in Paesi con solide garanzie giuridiche, compresi gli Stati Uniti, non siano immuni da atti di intolleranza", ha infatti affermato il medesimo funzionario.

La Cina, che il presidente Obama visiterà nel prossimo mese di novembre, viene citata nel rapporto per la maggior tolleranza dimostrata nei confronti di alcuni gruppi religiosi, ma criticata a motivo della repressione in Tibet e di quella nei confronti dei musulmani uiguri che ha avuto luogo nella regione occidentale dello Xinjiag.

lunedì 26 ottobre 2009

Giornata del dialogo cristiano-islamico: al via domani l'ottava edizione

Si celebra domani la Giornata del dialogo cristiano islamico, giunta alla sua ottava edizione. Le sei prime edizioni sono sempre state celebrate l’ultimo venerdì del mese di Ramadan. Ma per ragioni pratiche legate al calendario lunare islamico, dal 2008 all’evento è stato attribuita una data fissa, il 27 ottobre appunto, che ricorda l’incontro di Assisi del 1986 in cui rappresentanti di diverse religioni mondiali si sono uniti in una preghiera per la pace.

La Giornata fu ideata nel 2001, all’indomani degli atentati dell’11 settembre, come iniziativa tesa a contrastare il clima di incomprensione e talvolta di contrapposizione che si era determinato tra musulmani e cristiani. Da allora ogni anno centinaia di eventi vengono promossi in tutta Italia, ciascuno organizzato secondo specifiche modalità locali.

“La Giornata di dialogo cristiano islamico del 2009 –sottolineano gli organizzatori- avviene in un periodo particolarmente difficile. La questione della “sicurezza” che in quest’ultimo anno ha monopolizzato il dibattito politico e culturale – non sempre pacato – in Italia ha dato luogo ad una legge che in alcuni suoi provvedimenti ostacola l’integrazione degli immigrati, di cui un terzo circa è di origine islamica. I promotori della Giornata (cristiani e musulmani) invitano istituzioni politiche e religiose, società civile e cittadini ad impegnarsi affinché la logica e la pratica del dialogo prevalgano sullo scontro tra le culture”.

Tra le numerose iniziative di rilievo di quest’anno sono da ricordare: l'incontro che si svolgerà alle 13 di domani presso la Camera dei Deputati (Sala del Mappamondo), intitolato: "La libertà religiosa, un diritto universale garantito da uno Stato laico"; sempre a Roma, alle 19, l’incontro   -   presso il Centro Islamico Moschea di Centocelle, di Via dei Frassini 4 – dove si potrà assistere alla Preghiera serale islamica, per poi raggiungere la Chiesa battista di Via delle Spighe 6, dove si terrà una cena e condivisione organizzata dai movimenti giovanili islamici e cristiani. A  Firenze, presso il Centro Internazionale Studenti “Giorgio La Pira ” si tratterà il tema: «La religione nell’educazione dei giovani d’oggi»; il 29 ottobre, a Roma, un’incontro, alle 19, alla Moschea “della Magliana” Al Fath dal titolo «La figura dell’Altro nelle scritture» con Gianni Novelli del CIPAX, l’Imam Sami Salem e Antonio Guaglione.

venerdì 23 ottobre 2009

Religion Film Festival: assegnati i premi alle pellicole vincitrici

Sono stati assegnati i premi  della XII edizione del Religion Today Filmfestival, l’importante (ed unica nel suo genere) manifestazione cinematografica cui accennammo qui.

“Diario di un curato di montagna” è risultato il film vincitore del Gran Premio “Nello spirito della Fede”. La giuria internazionale e interreligiosa ha premiato anche come migliore film “Doubt” e come miglior cortometraggio l'iraniano “God sees”; come miglior documentario è stato premiato “Leaving the Fold”. L'alta qualità dei documentari ha inoltre convinto i giurati ad assegnare tre menzioni speciali.

Il tema di quest’anno di Religion Today, “Rinascere dall'Alto. Vita nuova nella fede”, ha invitato a riflettere sul sentimento religioso come evento del tempo presente, dedicando particolare attenzione al mondo dei giovani. Al concorso cinematografico quest'anno sono stati ammessi 57 film, provenienti da tutti i continenti e rappresentativi di un vasto panorama di diverse fedi religiose.

Nel corso della premiazione, la direttrice di Religion Today, Katia Malatesta, ha ricordato l’impegno del Filmfestival,  nella valorizzazione di un cinema di qualità, capace di testimoniare la complessità delle diverse religioni e la ricchezza dell’esperienza di fede o di incontro con l’altro, nel contesto delle sfide e dei problemi della contemporaneità.

Qui è disponibile un’intervista rilasciata dalla stessa Malatesta a Radio Vaticana.

mercoledì 21 ottobre 2009

Moschee in Europa: domani un convegno a Milano farà il punto della situazione

Mentre continuano le polemiche riguardanti l’eventuale introduzione dell’insegnamento della religione islamica nelle scuole, cade a puntino il convegno, organizzato dal Cipmo,  che si svolgerà domani a Milano dal titolo: “Moschee in Europa. Diritto o problema?”.

“In Italia – spiegano gli organizzatori- oltre alle 3 moschee di Roma, Segrate e Catania, i luoghi di culto sono centinaia, e continuano a crescere. La questione continua a dividere l'opinione pubblica e le forze politiche. Da un lato, disporre di un luogo di culto fa parte del diritto di libertà religiosa; dall'altro l'apertura di moschee e di sale di preghiera musulmane, se non regolata, può creare molteplici problemi e alimentare tensioni con i residenti. Come garantire, dunque, i diritti dei musulmani senza ledere quelli degli abitanti delle aree dove queste sorgono?”

Nel corso dell’incontro verrà affrontata la questione delle moschee nel contesto europeo e italiano, da un punto di vista giuridico, politico e sociale, fornendo un quadro aggiornato della situazione e alcune analisi per il futuro. A parlare saranno Stefano Allievi, docente di sociologia all’università di Padova, Aldo Brandirali, presidente Commissione Servizi Sociali del Consiglio comunale di Milano e Vittorio Emanuele Parsi, docente di relazioni internazionali all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

In occasione dell’incontro verrà presentato il libro di Stefano Allievi: "Conflicts over Mosques in Europe: Policy issues and trends", disponibile gratuitamente qui in pdf, ma purtroppo solo in inglese. Come afferma lo studioso, il conflitto non è “tra l’Europa e l’Islam, quanto piuttosto tra l’Europa e i suoi diversi attori, uno dei quali è l’Islam o meglio ancora i musulmani”.

lunedì 19 ottobre 2009

Assisi: un festival dedicato al sacro e alla spiritualità nella musica e nell'arte

Il 25 e 27 ottobre prossimi saranno i giorni della prima tappa di Assisi Suono Sacro, progetto voluto dal Comune di Assisi per la direzione artistica di Andrea Ceccomori, flautista che spazia dalla musica classica a quella contemporanea e prettamente sperimentale che in questi ultimi anni ha intrapreso un cammino verso la musica intuitiva che lo ha portato sempre più a fare della sua arte un veicolo per la promozione della sacralità e della pace nel mondo.

"Protagonista di Assisi Suono Sacro –come affermano gli organizzatori- sarà il grande repertorio della musica spirituale di tutto il mondo, con un'attenzione particolare alle nuove produzioni contemporanee volte al dialogo tra i popoli e le culture. Da ricordare l'importanza della manifestazione di quest'anno, in cui si commemora l'ottavo centenario della nascita della Regola Francescana. A suggellare la serata - conclude la nota - le sonorità del pianoforte di Giuseppe Lupis, pianista italiano che da anni vive e lavora negli Usa, dove insegna presso la Grand Valley State University del Michigan".

In occasione di questa due giorni verrà lanciato un concorso per opere inedite sia musicali che d'arte in generale, dedicate al tema del sacro e della spiritualità, i cui vincitori saranno resi noti nell'estate 2010.

venerdì 16 ottobre 2009

Cinema e spiritualità: pellicole in scena a Roma e Trento

A Roma ha preso il via (anche se a dire il vero in tono minore rispetto agli anni passati, ma si sa che il sindaco Alemanno non è un cinefilo al pari del suo predecessore Veltroni) l’edizione 2009 del Festival Internazionale del Film. Anche i temi legati alla religione e alla spiritualità trovano spazio nella rassegna con tre titoli che vale la pena segnalare. Il primo è The Last Station di Michael Hoffman, che racconta il cambiamento spirituale di Tolstoj: in nome della sua nuova religione utopica e delle sue idee anarco-cristiane, il grande romanziere russo rinuncia al titolo nobiliare e alle sue proprietà per diventare povero, vegetariano e celibe, nonostante cinquant'anni di matrimonio con la Contessa Sofia, che lotterà fino alla fine per riprenderselo solo “all'ultima stazione”, da cui il titolo del film.

La seconda pellicola è “Popieluszko”, che racconta l’esistenza di colui che venne definito “il cappellano di Solidarnosc”, ucciso dal regime comunista polacco e cui è attualmente in corso il processo di beatificazione.

Per finire, ''Matteo Ricci, un gesuita nel regno del drago'', Il docufilm del regista italiano di origine kosovara, Gjon Kolndrekay, che ripercorre la vita e le opere di Li Madou – il “Saggio d’Occidente” come i cinesi chiamavano il missionario italiano – e che è stato interamente girato tra Italia e Cina, ricevendo il benestare del governo di Pechino.

Sempre in tema di cinema e spiritualità, è da segnalare che è appena iniziata a Trento l’edizione 2009 di Religion Today, dedicata quest’anno a “Rinascere dall'alto. Vita nuova nella fede”.

mercoledì 14 ottobre 2009

Buchmesse di Francoforte: nessuna crisi per l'editoria religiosa

In concomitanza con l’odierna apertura della Buchmesse di Francoforte (forse la più importante fiera libraria a livello mondiale) sono stati resi noti alcuni interessanti dati riguardanti l’editoria religiosa.

Le cifre sono confortanti e dicono che in Italia aumentano i lettori di testi religiosi (350.000 in più dal 2000 al 2007), e cresce la produzione di questo tipo di titoli, circa quattromila nel 2008, per lo più del circuito dell’editoria cattolica, con un mercato che vale - a prezzo di copertina - 235 milioni di euro. l’Uelci (Unione editori librai cattolici italiani, che ha commissionato il rapporto) sottolinea che “il circuito distributivo specializzato non riesce a cogliere questo trend favorevole e si assiste ad una contrazione delle librerie cattoliche non legate a catene”. Infatti oggi tali librerie sono 240 mentre nel 2002 erano 285, con una riduzione in sette anni di ben il 15,7%. A questa cifra bisogna aggiungere altre 488 punti vendita presso enti religiosi e monasteri, che però non vendono solo libri ma anche oggetti religiosi. Le case editrici attive nel segmento religioso sono quasi 500, di queste 209 sono editori “laici” di varia, mentre 274 sono editori religiosi puri, quasi tutti appartenenti al mondo cattolico. I titoli religiosi messi in circolazione nel 2008 sono stati ben 4125 per 9,7 milioni di copie, vale a dire un totale del 9,7% della produzione editoriale italiana.

Libri religiosi, niente crisi, insomma, come sottolinea anche il quotidiano La Stampa presentando il rapporto.

lunedì 12 ottobre 2009

Islam: secondo uno studio uno su 4 nel mondo è musulmano e il 60% di essi vive in Asia


Presi come come siamo stati a guardarci l'ombellico, specie in Italia e specie in questi ultimi tempi, il rischio è quello di farci sfuggire dei dati riguardanti alcune tendenze globali che pure sono estremamente importanti per comprendere il mondo in cui viviamo. Uno di questi dati è rappresentato dal rapporto Mapping the Global Muslim Population, pubblicato dal centro di ricerca americano,The Pew Research Center, e avente per oggetto la diffusione dell'Islam a livello mondiale. I dati contenuti nel rapporto sono in effetti estremamente interessanti.


Si apprende quindi che quasi una persona su quattro nel mondo (“Un rapporto più alto di quanto mi aspettassi", ha detto Brian Grim, uno dei ricercatori dell'istituto ) è musulmana, per l'esattezza il 23%, per un totale di 1,57 miliardi, e l’area in cui gli islamici sono più numerosi - più del 60 per cento - è l’Asia. In Europa quattro musulmani su dieci vivono in Russia che, con 16 milioni, supera Giordania e Libia messi insieme.


Secondo la ricerca, la popolazione musulmana si concentra soprattutto nell'area dell'Asia e del Pacifico, la quale conta il 61,9% del totale contro il 20,1% che popola il Medio Oriente e il Nord Africa. È da sfatare, quindi, l'idea che i musulmani debbano necessariamente essere arabi. "Tutta questa storia, che i musulmani sono arabi e che gli arabi sono musulmani, viene davvero cancellata da questo rapporto", come sottolinea Amaney Jamal, professore all'Università di Princeton.


Per quanto riguarda la classifica dei singoli Paesi che contano più fedeli all'Islam, al primo posto è l'Indonesia (quasi 203 milioni), seguita da Pakistan (174), India (160), Bangladesh (145), Egitto (78), Nigeria (78), Iran (73) e Turchia (73).



Per quanto riguarda l’Italia, definita uno degli Stati con “la più piccola popolazione di musulmani in Europa, con meno dell’1% di abitanti musulmani”, i ricercatori americani ammettono che ci sono dati contrastanti e che il numero di abitanti di fede islamica oscilla fra i 30mila e 1,5 milioni.
La cifra, comunque, è inferiore ad altri Stati europei come Francia, con tre milioni e mezzo di musulmani, o Germania, che ospita tanti islamici quanti Nord e Sud America insieme, 4 milioni. L’Europa, i cui dati sono in continuo cambiamento a causa dell’arrivo di nuovi immigrati, ospita in totale solo il 2,4 per cento della popolazione mondiale di fede islamica.

venerdì 9 ottobre 2009

"I giorni del dialogo" un calendario per conoscere le feste delle religioni

Non lo vedremo certamente mai appeso nelle cabine di qualche TIR o nelle autocarrozzerie, ma “I giorni del dialogo”, il calendario interreligioso allegato all’ultimo numero del mensile Jesus è davvero una bella idea che calza a pennello nell’attuale società multiculturale e plurireligiosa.

Al prezzo davvero modico di 2 € oltre il prezzo della rivista, mese per mese, si troveranno segnalate le principali ricorrenze delle tre grandi fedi mondiali: cristiane (delle diverse confessioni) ebraiche e musulmane. Come spiegano Antonio Tarzia, direttore della rivista, ed Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, che ha collaborato alla realizzazione editoriale, “nel lento e faticoso cammino verso la pienezza dei tempi, il calendario, da strumento ideale per fare memoria e dunque rendere presente l’azione di Dio nella storia, ha finito sempre più per essere il segno tangibile della divisione tra gli uomini. Ogni confessione religiosa ha subito la tentazione di fare del proprio calendario il segno di un’identità cercata senza l’altro. Solo la più antica scansione –quella settimanale legata al racconto creazionale della Genesi e al riposo sabbatico, di Dio prima e dell’uomo in conseguenza- è rimasta comune alle tre religioni che confessano il Dio unico, nonostante lo spostamento della festività dal sabato, alla domenica, al venerdì”.

Le feste delle varie denominazioni religiose sono segnalate con colori e simboli diversi per renderle immediatamente distinguibili. Come scritto nella presentazione, l’auspicio è quello che il calendario interreligioso “possa aiutare a fare dei giorni e dei mesi che scorrono, altrettante occasioni per ripensare la propria vita nella sinfonia dell’alterità”.

giovedì 8 ottobre 2009

"Il potere e la grazia": i santi europei in mostra a Roma tra arte e politica

Dopo l’inaugurazione avvenuta ieri, apre oggi per il pubblico la grande mostra “Il potere e la grazia”. Ospitata a Roma, a Palazzo Venezia, e dedicata a far riflettere sull’incontro-scontro tra potere e religione, la rassegna ospita capolavori dell’arte di tutti i tempi: dalle “Stigmate di San Francesco” del van Eyck della Galleria Sabauda di Torino, al “Martirio di San Pietro” di Guercino dalla Galleria Estense, dalla “Santa Giovanna d’Arco” di Ingres al “San Luigi IX” di El Greco, entrambi dal Louvre, da “L'Imperatore Teodosio e Sant'Ambrogio alla Cattedrale di Milano” di van Dyck dalla National Gallery di Londra al “San Giorgio” del Mantegna o al “San Giovanni Battista” di Tiziano, entrambi in prestito dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal “San Giacomo vittorioso” di Tiepolo da Budapest all’”Immacolata Concezione” del Murillo dal Prado di Madrid.

Presentando la mostra, mons. Gianfranco Ravasi ha ricordato come l'Europa sia un ''arcipelago di culture'', le cui radici non sono solo nel cristianesimo ''ma anche nel diritto romano e nella filosofia greca'', il tutto, naturalmente, ''filtrato dalla cultura cristiana''. Facendo perno su citazioni di Goethe e Kanta,  ha poi spiegato che ''per studiare la cultura europea e' assolutamente indispensabile avere quel grande codice di riferimento costituito dalla Bibbia e dalla cultura cristiana, e non a caso Chagall diceva che per secoli i pittori avevano intinto il loro pennello in quell'alfabeto colorato che era la Bibbia''.

La mostra resterà aperta fino al prossimo 10 gennaio. Qui un breve servizio su alcune delle opere esposte.

mercoledì 7 ottobre 2009

Milano e Torino: al via le "Cattedre del dialogo"

Ai nastri di partenza tra oggi e domani, a Milano e Torino, due interessanti iniziative accomunate dal nome e dalle finalità. Al Centro culturale San Fedele del capoluogo lombardo prendono infatti il via stasera i consueti incontri della “Cattedra del dialogo”, giunta all’ottava edizione. Il tema di quest’anno è “Dialogo, perché?”. Primi relatori in dialogo saranno il giornalista Gad Lerner e Ugo Perone, ordinario di filosofia della religione a Torino, che si confronteranno sul tema “Dialogare oggi: necessità e possibilità, libertà e rischio”. Il 21 ottobre sarà il turno del cardinale Dionigi Tettamanzi, che interverrà con Gabriella Caramore, conduttrice della nota rubrica radiofonica Uomini e profeti, sul tema “Dialogo come ethos”. L’ultimo appuntamento, dal titolo “Cercare insieme? Oltre il presente: per la società e per la Chiesa”, si terrà l’11 novembre con Mario Tronti, presidente Centro Studi Riforma dello Stato, e Ghislain Lafont, teologo e monaco francese. Condurrà gli incontri Maria Cristina Bartolomei, docente di filosofia morale.

Stesso nome di “Cattedra del dialogo” per il ciclo di incontri che prende il via domani a Torino, promosso dalla commissione regionale Comunicazioni Sociali e dedicato a “Infiniti e Infinito, in dialogo scienze e fede”. Protagonisti del primo incontro saranno il fisico Mario Rasetti, ordinario di Fisica Teorica al Politecnico di Torino, e Alessandra Cislaghi, filosofa, che dialogheranno sull’intrigante e galileiano tema “Come vanno i cieli, come si va in....cielo".

lunedì 5 ottobre 2009

Assisi Mosaic: le cinque religioni raccontate attraverso il tema conduttore dell'acqua


Si presta sotto i migliori auspici la prima edizione di Assisi Mosaic, che prende il via oggi nella cittadina francescana per concludersi domenica prossima. L'evento si presenta nella sua prima edizione come un articolato insieme di spettacoli, performance, laboratori culturali, tavole rotonde, mostre, convegni e percorsi di degustazione. Protagoniste della prima edizione dell’evento saranno le cinque principali religioni: Cristianesimo, Ebraismo, Buddismo, Islam e Induismo.
Ogni religione sarà raccontata “laicamente” da figure ed interpreti di fama internazionale: studiosi, artisti e religiosi. L’intera manifestazione prenderà vita intorno al tema dell’acqua, che filtrando tra le diverse tessere del mosaico, assumerà forme e sfumature suggestive.
Assisi Mosaic si suddivide in tre macrosezioni: arte, scienza, enogastronomia.
La sezione artistica conterrà spettacoli di musica, rappresentazioni di danza, mostre e proiezioni di film tutti volti a meglio comprendere le varie esperienze religiose .
La sezione scientifica, che si articolerà in due giornate, si occuperà dell'acqua (l'acqua nella storia; l'acqua nelle religioni; l'acqua e l'ambiente; l'acqua come bene comune.)
La sezione enogastronomica è divisa in due momenti: il primo sarà costituito da una tavola rotonda – “il gusto e lo spirito del cibo” e analizzerà le abitudini alimentari a tavola che regolano la vita di ogni professione religiosa; il secondo prende invece il nome di Assisi Mosaic Convivio ed è costituito da una serata di beneficenza nella quale cuochi e chef di altissimo livello internazionale e di diversa provenienza religiosa prepareranno interessanti e articolati menù.


Direttore artistico della manifestazione è lo storico Franco Cardini.

venerdì 2 ottobre 2009

Israele: no agli ascensori "del sabato": potrebbero indurre in equivovo

Si può litigare per un ascensore? La risposta non può che essere affermativa se ci trova in Israele e si sta parlando delle rigide regole dello shabbat che impediscono –nel giorno sacro per eccellenza- di compiere qualsiasi tipo di lavoro, sia pure quello che consiste nel pigiare un pulsante elettrico.

Finora, per aggirare la norma che impedisce di premere il tasto per accedere al piano desiderato, si provvedeva con i cosiddetti ascensori automatici “del sabato”: salendo e scendendo a ciclo continuo e fermandosi automaticamente a tutti i piani, permettevano di evitare le scale rispettando però le norme dei riposo ebraico. Ora, però, anche sull’ascensore “ebraicamente corretto” si sono indirizzati i fulmini degli ortodossi più oltranzisti, in particolare quelli facenti capo al rabbino Yosef Shalom Elyashiv il quale (dall’alto della biblica età di 95 anni) ha stabilito che la cosa potrebbe indurre in equivoco.

Un osservatore esterno potrebbe infatti essere indotto a pensare che i pii ebrei stanno infatti usando un ascensore normale infrangendo quindi le norme del sabato. Questione di apparenze, insomma. Inutile dire che la questione sta facendo molto discutere in Israele, anche perché la richiesta è quella di vietare l’uso degli ascensori in tutte le strutture pubbliche, ospedali inclusi. La linea ne gioverà di sicuro, il dialogo tra le varie componenti dell’ebraismo forse un po’ meno.

giovedì 1 ottobre 2009

Scuola, islam e laicità: una sentenza fa discutere la Germania

È destinata a far discutere (e ben oltre i confini tedeschi) la decisione del tribunale amministrativo di Berlino di obbligare una scuola comunale a mettere a disposizione di uno studente musulmano una sala di preghiera. Il caso ebbe origine nel 2007 quando la scuola (che tra l’altro vanta tradizioni laiche) si rifiutò di fornire ad un proprio allievo islamico un locale per la preghiera. I genitori del ragazzo (un tedesco convertito all’islam e una donna turca) presentarono quindi il ricorso che ha dato origine alla sentenza odierna.

La sentenza è particolarmente importante perché si basa sul presupposto che la costituzione tedesca garantisce che la libertà di credere o non credere vada sì garantita nel foro interiore, ma sia data altrettanta importanza a che la medesima libertà possa essere garantita esternamente. Avvalendosi quindi della consulenza di studiosi islamici, la corte ha stabilito che non è ammissibile attendersi che un devoto musulmano preghi esclusivamente quando non si trova a scuola. La decisione del tribunale vale esclusivamente per lo studente che ha dato origine alla sentenza, ma non è difficile prevedere che altri ricorsi possano dar luogo a sentenze analoghe.

Improntate ovviamente a soddisfazione le reazioni della comunità islamica tedesca, che ha parlato di sentenza che rafforza la fiducia dei musulmani nel ruolo della legge. Il portavoce dell’arcidiocesi di Berlino, da parte sua,ha parlato di sentenza che rafforza l’espressione della libertà religiosa.

E rafforzerà, c’è da scommetterci, anche le polemiche.

martedì 29 settembre 2009

Vittorio Sgarbi si da al dialogo: a Salemi la prima edizione del Festival del Cinema Religioso

Sembra davvero difficile vedere il vulcanico Vittorio Sgarbi nei panni del fautore di dialogo, specie di quello religioso. Eppure (a dimostrazione che nulla è impossibile) questa sera verrà inaugurata a Salemi –la cittadina siciliana di cui Sgarbi è sindaco- la prima edizione del Festival Internazionale del Cinema Religioso, da lui fortemente voluto.

Ad inaugurare il festival sarà il cinefilo americano di origini coreane Yongman Kim, il cui archivio filmico costituito da oltre 60 mila titoli da alcuni mesi è ospitato a Salemi dopo che il Comune ha deciso di acquisirne la collezione. Assieme a lui l’attore, scrittore e musicista di origine ebree Moni Ovadia che si esibirà in uno spettacolo dal vivo. Tra gli ospiti che giungeranno a Salemi si segnalano Ugo Gregoretti, Marco Bellocchio e Padre Virgilio Fantuzzi, critico cinematografico de La Civiltà Cattolica.

Il Direttore artistico del Festival, Nicola Ballario, non ha dubbi: ‘Molti si chiederanno perché un festival sulle religioni a Salemi. Innanzitutto per sfatare un falso mito, quello di uno Sgarbi litigioso. In realtà Vittorio è un pacificatore, oserei dire quasi un pacifista per la sua volontà di voler mettere sempre tutti d’accordo, a ogni costo. Per il resto, tutto il festival è incentrato sul botta e risposta tra film. Moni Ovadia verrà a recitare la lettera, ritrovata nel 2003 da “Le Monde”, che Edith Stein mandò a Pio XI predicendo la Shoa. Infine un excursus sul tema della madre. Le madri israeliane e palestinesi, fino a “L’ora di Religione” di Bellocchio”.

Il Festival è organizzato in collaborazione con la rivista Ciak.

lunedì 28 settembre 2009

Losing their religion: in crescita i non professanti nella popolazione americana

La percentuale degli americani che affermano di non appartenere a nessuna religione è cresciuto del 15% dal 1990 ad oggi, anche se questo non significa che gli USA stiano diventando un Paese di atei, visto che il numero di coloro che si definiscono tali tra i non professanti è rimasto invariato. È questo forse il dato più interessante di un’ampia inchiesta diffusa in questi giorni e riguardante le abitudini religiose d’Oltreoceano.

Lo studio, particolarmente accurato, visto che è durato ben 18 anni coinvolgendo 54.000 adulti, mostra che la percentuale di non professanti è particolarmente elevata nella fascia di età 18-29 anni (22%). I ricercatori prevedono tra l’altro che tra circa vent’anni non professeranno alcuna religione circa un quarto degli americani. Interessante, come si diceva all’inizio, è che la crescita dei non professanti non significa affatto un aumento dell’ateismo: la maggior parte di essi di identifica infatti piuttosto come agnostica. Per quanto riguarda le differenziazioni politiche, il 40% dei non professanti si dichiara indipendente, il 34% Democratico e il 13% Repubblicano. Riguardo al genere, invece, solo il 12% delle donne americane si dichiara non professante a fronte del 19% degli uomini. Maschio, giovane, residente in una città della costa Occidentale e politicamente indipendente: questo dunque l’identikit del non professante americano medio.

Nella sua conclusione, lo studio afferma che i non professanti alcuna religione sono una “minoranza invisibile” negli US A a motivo del fatto che le proprie caratteristiche sociali sono molto simili a quelle della maggioranza.

venerdì 25 settembre 2009

Giornate europee del patrimonio: un'occasione per scoprire i luoghi (di culto ma non solo) più belli d'Italia

Sabato 26 e domenica 27 settembre si svolgerà  la XV edizione delle Giornate europee del patrimonio, promosse dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione Europea. L’edizione di quest’anno verterà sul tema particolarmente attuale ''Il Patrimonio europeo per il dialogo interculturale''. Per l'occasione, saranno aperti al pubblico gratuitamente i luoghi della cultura che comprendono il patrimonio archeologico, artistico, storico, architettonico, cinematografico, teatrale e musicale. Larga parte di questo patrimonio artistico è ovviamente, almeno in Italia, costituito da luoghi di culto e quindi non è a caso che per il secondo anno parteciperà all’iniziativa anche il Fondo edifici di culto (Fec), istituito nel 1985 presso il ministero dell’Interno col compito di sovrintendere a oltre 750 chiese confiscate alle autorità ecclesiastiche dallo Stato italiano dopo l’Unità (come Santa Maria del Popolo a Roma, Santa Chiara a Napoli o Santa Croce a Firenze). È da segnalare anche la recente firma di un protocollo di intesa per inserire le chiese di proprietà del Fec nel circuito turistico nazionale.

“Fra i tanti siti visitabili – come ha dichiarato  il direttore centrale del Fec, Lucia De Maro - va segnalata la chiesa di Santa Sofia a Benevento, candidata a entrare nella lista dell’Unesco, la fiorentina Santa Maria Novella, da poco tornata di competenza del Fondo, e le stanze di San Luigi Gonzaga a Roma, adiacenti alla chiesa di Sant’Ignazio”.

Anche la la Santa Sede partecipa alla celebrazione delle "Giornate Europee del Patrimonio” con un programma cui hanno collaborato la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, i Musei Vaticani e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Per l’occasione si potrà entrare gratuitamente ai Musei Vaticani e alla Catacombe di Roma, mentre sabato 26 settembre sarà aperta presso la Catacomba di San Callisto la mostra fotografica sul tema: ''Usi e testimonianze funerarie della Roma tardoantica: sepolture cristiane, pagane e giudaiche a confronto''. La mostra resterà poi aperta fino al 27 ottobre.