giovedì 29 gennaio 2009

"The Blue Planet": Greenaway mette in scena Noè e il diluvio



“Requiem laico sull’ambiente”: il sottotitolo volutamente low profile non tragga in inganno. The Blue Planet, infatti, definito un vero e proprio oratorio multimediale ed in scena da stasera all’otto febbraio al Teatro Nazionale di Roma, trae infatti più di una ispirazione dal primo dei libri biblici: la Genesi. Non è la prima volta che un autore trae ispirazione per le sue opere dai racconti delle origini delle grandi religioni, basti pensare, per restare al nostro Paese, a Gilgamesh di Franco Battiato.


Questa volta è stato il regista gallese Peter Greenaway (affiancato da Saskia Boddeke e supportato dalle musiche di Goran Bregovic) a confrontarsi con il racconto genesiaco, in particolare con la parte relativa a Noè e al diluvio. Il risultato è un’opera ambiziosa in cui il racconto biblico diviene pretesto (nel senso più nobile del termine di ciò va al di là del testo) per mettere in scena i drammi della contemporaneità, in primis quelli cagionati da un uso irresponsabile dell’ambiente.


Greenaway non ha dubbi: «La Genesi, come mito, ci fornisce un'agenda d'intrattenimento dove percuotiamo le ansie del nostro tempo» e ancora: «Ci chiediamo se l'elemento virtuale e reale siano concetti così distanti, ma la Bibbia dopo tutto è un "fantasy second life affair", offrendo il Paradiso come il desiderio dell'appagamento, è un libro di storie di sogni e di speranze».


Un’opera destinata a far discutere, insomma, ma dopotutto meglio discutere di miti arcaici che di quelli dei nostri tempi.


mercoledì 28 gennaio 2009

La Bibbia: un'eterna giovinezza tra nuove traduzioni e reading di lettura


È senz’altro da salutare con favore il rinnovato interesse attorno ai temi biblici. Interesse che ha prodotto interessanti proposte che non abbiano mancato di segnalare. A ciò che è stato già messo in cantiere, vanno ora aggiunte un paio di iniziative che meritano almeno un accenno.


La prima riguarda un’importante iniziativa editoriale delle Edizioni San Paolo che consisterà nella pubblicazione (nella veste di fascicoli allegati al settimanale Famiglia Cristiana) di alcuni volumi che riporteranno l’intero testo biblico nella nuova traduzione uscita un paio di anni fa ed un commento ad opera di svariati studiosi coordinati dal noto biblista Mons. Gianfranco Ravasi. Proprio quest’ultimo, in un intervista, spiega il senso dell’iniziativa invitando i lettori a non porre i volumi sugli scaffali delle librerie a prendere semplicemente polvere.


L’altra iniziativa è di carattere più locale e di taglio decisamente diverso: Bombacarta, iniziativa culturale nata dalla vulcanica mente del gesuita Antonio Spadaro, propone, presso la propria sede romana, una serie di reading aventi ad oggetto proprio il testo sacro. Interessante la precisazione deigli organizzatori che “il laboratorio considera il testo biblico come testo/biblioteca della tradizione letteraria mondiale e non prevede nè una previa adesione religiosa nè una previa distanza laica. Non è dunque “a prescidere”, come se fosse possibile una lettura “neutra”, ma al contrario prende il testo per quello che è a partire dalla prospettiva concreta di chi lo legge, sia essa laica o religiosa.”

martedì 27 gennaio 2009

USA: in aumento il fai-da-te in campo spirituale


Il mash-up non è più una tecnica utilizzata esclusivamente in campo musicale o informatico, ma sta prendendo sempre più piede anche in quello spirituale. È quanto si evince da un’inchiesta condotta negli USA dall’istituto di ricerca specializzato Barna Group e di cui in Italia ha dato notizia anche Marco Tosatti nella sua rubrica San Pietro e dintorni del quotidiano La Stampa.


Non che i dati siamo propriamente delle novità (da tempo gli studiosi avvertono infatti che il fai-da-te in campo religioso è sempre più imperante) ma fa comunque sempre una certa impressione vederseli squadernati davanti. Ben il 71% degli americani infatti, dichiara di approntarsi da solo il proprio “kit religioso”, piuttosto che accettarne uno già “preconfezionato”.


George Barna, fondatore del gruppo che ha effettuato la ricerca, afferma che, nella maggior parte dei casi, si tratta di “una combinazione teologica composta da frammenti di religioni mondiali come Cristianesimo, Buddismo, Ebraismo, Induismo e Islam, e con anche del secolarismo”. Lo studioso definisce questi individui (appartenenti nella maggior parte dei casi alla fascia dell’età adulta con età inferiore ai 25 anni) dei “teologi in casa” denunciando il rischio che i medesimi abbraccino “un corpo di credenze contraddittorie e imprevedibili”.


Magari più delle stesse religioni tradizionali che i “teologi-fai-da-te” hanno abbandonato ritenendole irrazionali, verrebbe da commentare. Ma si sa: ciò che si fa da soli sembra a volte migliore di ciò che il “mercato” ci offre già pronto.

lunedì 26 gennaio 2009

Giorno della Memoria: un'indagine svela vaste sacche di pregiudizi antiebraici

Spiace leggere certe notizie proprio nel Giorno della Memoria. Spiace anche darle, per la verità, ma non si può, ovviamente, far finta di nulla. Il fatto è che, come dimostra una ricerca effettuata dal Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano e di cui da notizia Renato Mannheimer sul Corriere della Sera, permangono nel nostro Paese vaste sacche di antisemitismo e di pregiudizi antiebraici. Lo studio mostra come la popolazione italiana si possa scomporre in due macrogruppi. Mentre il primo (per fortuna il più consistente e formato da circa il 56% del totale della popolazione) può considerarsi estraneo al germe del pregiudizio, più articolata è invece la realtà che riguarda il 44% del resto della popolazione, costituito invece da coloro che, a vario titolo, dal germe ne sono stati colpiti. Lo studio divide questa macroarea in tre sottogruppi. Nel primo (costituito dal 10% della popolazione) sono compresi coloro che condividono i classici stereotipi antiebraici del tipo: gli ebrei «sono italiani fino in fondo». Il secondo è invece costituito da un 12% della popolazione che non concorda con i pregiudizi classici ma ne adotta di “contingenti”, del tipo: gli ebrei «parlano troppo delle loro tragedie trascurando quelle degli altri». Gli antisemiti “duri e puri”, quelli cioè che sono accomunati dal condividere ambedue i tipi di pregiudizi e che costituiscono il terzo gruppo, ammontano al 12% della popolazione e questo è il dato più allarmante della ricerca. A loro, quindi, ma non solo, è consigliato utilizzare proficuamente questa giornata navigando tra i vari siti allestiti allo scopo, magari partendo da qui.

domenica 25 gennaio 2009

Chiesadimilano.it: è online la nuova versione del sito della diocesi ambrosiana


Sabato 24 gennaio (giornata scelta non a caso, ma perché è la stessa in cui viene festeggiato S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti ed in cui viene presentato il messaggio papale per la Giornata delle comunicazioni sociali) è stata messa online la nuova versione del portale della diocesi di Milano, chiesadimilano.it. Oltre cinque milioni di abitanti spalmati su oltre 1100 parrocchie servite da circa 2000 sacerdoti, quella ambrosiana è una delle diocesi più grandi del mondo ed ha sempre dedicato grandi sforzi al settore informativo, in specie quello internettiano.


Il sito, diretto da Claudio Mazza e aggiornato due volte al giorno da una redazione di sette giornalisti, "è rinnovato sia sotto il profilo grafico che di contenuto - spiega il direttore - con una valorizzazione della parte informativa su quella istituzionale".


"La home page - spiega ancora Mazza - cambia e diventa una sorta di vetrina in cui si vede sia la parte istituzionale che quella informativa". Il nuovo sito può contare anche sull'ottima resa di quello precedente che ha raggiunto un milione e duecentomila contatti mensili con oltre settanta giga di materiale scaricato. A disposizione degli utenti, con il nuovo portale, ci saranno centosessantamila foto, trentamilamila immagini in archivio storico, milleduecento video e cinquantamilamila pagine scaricabili. "Era bello quello di prima ma quello di adesso è più bello".


Davvero difficile dar torto al direttore, al quale non rimane che fare i complimenti per il lavoro svolto invitando al contempo gli internauti a “perdersi” tra le ricchissime pagine del sito.

giovedì 22 gennaio 2009

Animali in chiesa: tra rifiuto e accettazione


Possono gli animali avere libero accesso in chiesa insieme ai loro padroni? Dev’essere loro concessa, insomma, piena libertà di culto? La questione è stata dibattuta nel corso della trasmissione di Canale 5 Forum che (vabbè, lo sappiamo, non avrà certo i crismi della scientificità e a volte scade pure nel trash) ma stavolta ha trattato il caso con raro equilibrio.


Per farla breve, nel caso specifico il giudice ha stabilito che non esiste un diritto assoluto per i nostri amici non umani di accompagnare i loro padroni (termine orrido ma che usiamo per brevità) tra i banchi delle chiese, ma non si può neppure escluderli a priori, invitando quindi a valutare caso per caso con l’equilibrio necessario in casi del genere. Simpatica, tra l’altro, la citazione di Mark Twain con la quale il giudice ha suggellato la propria sentenza: “Se in paradiso si entrasse davvero per merito, e non per favore divino, i cani entrerebbero e noi resteremmo tutti fuori”. Affermazione molto luterana ma che ha la sua forte carica di verità.


Tra l’altro il giudice ha citato un paio di chiese milanesi, la basilica di San Simpliciano e quella di Santa Rita nella quale i nostri amici, quattrozzampati o bipedi che siano, sono bene accetti. Personalmente non ero a conoscenza della cosa (che sarebbe una buona notizia, dopo la scomparsa di don Mario Canciani, storico difensore degli animali e qualche episodio poco commendevole) e chissà che qualcuno non possa fornire approfondimenti in merito.


E per finire, per la serie Pubblicità Progresso, esiste su Flickr un apposito gruppo espressamente dedicato agli animali in chiesa (o in altri luoghi di culto) ovviamente fondato dal sottoscritto e al quale tutti sono invitati a iscriversi e contribuire.


(L'immagine viene da qui)

mercoledì 21 gennaio 2009

Chiesa in Rete: un cammino ancora lungo tra 2.0 e ritorni al passato


Allora, il convegno su “Chiesa in Rete 2.0” è passato ed è difficile dire cose nuove dopo alcune, ottime che sono già state dette.


Una sottolineatura è però forse possibile farla. E riguarda una questione essenziale: se sia cioè possibile per una istituzione, la Chiesa, appunto, abituata da sempre ad una comunicazione gerarchica e verticale, adattarsi ad una di tipo prevalentemente orizzontale. È stata questa la forza, per citare l’esempio più clamoroso, della vittoriosa campagna elettorale di Barack Obama, in cui il web non è stato usato esclusivamente (anzi, neppure in primo luogo) per comunicare informazioni dall’alto, bensì, come sottolineato da tutti gli esperti del settore, per permettere agli utenti di comunicare tra loro.


Se al termine utenti sostituiamo fedeli, come vanno le cose? In queste ultime ore (ma è solo un esempio tra i tanti) è stata messa online la nuova versione del sito della Congregazione per il Clero. Fatto pure bene e con le migliori intenzioni, per carità, ma che di 2.0 ha ben poco. Ecco come risponde, ad esempio, il suo responsabile alla domanda se, accedendo al medesimo, sia possibile mettersi in contatto con la Congregazione medesima: “No. Dieci anni fa, all'inizio, abbiamo offerto questo servizio, ma è risultato impossibile gestire la quantità di messaggi che arrivavano”. Solo un esempio, appunto, per dire quanta strada ci sia ancora da fare.


Ma non è il caso di scoraggiarsi, e il gruppo creato in Facebook per discutere di queste tematiche ne è la prova. Ci si da appuntamento anche lì, quindi, per proseguire la discussione.


sabato 17 gennaio 2009

"Chiesa in Rete 2.0": il blog(ger) va in trasferta


<<“Oggi, nell’era del cosiddetto Web 2.0, la Chiesa è consapevole delle potenzialità, ma anche dei rischi di Internet. Volendo azzardare una risposta si potrebbe dire che occorre inserirsi con la logica del cristianesimo nella cyber cultura”. Sono quindi richieste “conoscenza” e “un uso corretto delle nuove tecnologie, che non introducono solo un metodo di lavoro, ma incidono sulla mentalità e il costume delle persone”>>.


Questo è quanto affermato dagli organizzatori del convegno “Chiesa in Rete 2.0”, che prenderà il via lunedì 19 a Roma. Trattandosi di argomenti simili, poteva mancare il vostro blogger? La risposta scontata è ovviamente no. Essendo un evento 2.0, l’area dovrebbe essere connessa, quindi eventualmente ci si aggiorna dalla Capitale, se non altro via Facebook.


Qui un articolo in merito pubblicato da La Stampa per farsi un’idea in merito agli argomenti che saranno trattati.

venerdì 16 gennaio 2009

Barack Obama:rappresentanti di tutte le fedi alla cerimonia di insediamento


Era una battaglia perduta in partenza quella degli atei americani, intenzionati a far sì che il presidente eletto Barak Obama, dopo la tradizionale formula di giuramento ("Giuro solennemente che svolgerò fedelmente l'incarico di presidente degli Stati Uniti e farò il mio meglio per preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti") non aggiungesse anche una postilla non prevista dal protocollo ma ormai entrata nella tradizione: "So help me God" (che Dio mi aiuti).


Anzi, il palco presidenziale che martedì sarà spettatore della cerimonia di inaugurazione dell’era Obama, sarà particolarmente affollato di ecclesiastici di tutte le fedi, con gran smacco degli atei d’oltreoceano e anche di quelli del Vecchio continente. L’invocazione ufficiale sarà tenuta infatti dal reverendo Rick Warren, la cui fama di omofobo lo insegue ormai da anni. Anche per bilanciare questa scelta, un’altra preghiera pubblica sarà pronunciata da Gene Robinson, primo vescovo gay della chiesa episcopale. Ma ci sarà spazio anche per una donna pastore, Sharon Watkins, e per i rappresentanti di altre fedi: tre rabbini ebrei, l'arcivescovo cattolico di Washington, Donald Wuerl e Ingrid Mattson, della Islamic Society of North America.


Tempi duri per gli atei, ai quali non rimane che consolarsi con una gita in autobus.

mercoledì 14 gennaio 2009

Domenica al via la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

Quello prossimo sarà un fine settimana importante per quanto riguarda il cammino del dialogo ecumenico. Domenica 18 prenderà infatti il via l’ormai tradizionale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, iniziativa preceduta, sabato 17, da ormai vent’anni da una giornata di dialogo tra ebraismo e cristianesimo che però è quest’anno squassata dalle polemiche. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che ha compiuto nel 2008 i cento anni di vita, sembra godere invece ancora, sia pure tra gli alti e bassi dell’ecumenismo, di una discreta salute. Dalla seconda metà degli anni ‘60 la sua stessa organizzazione sul piano della scelta dei temi, dei testi biblici e delle preghiere è stata attuata in modo ecumenico con la partecipazione di delegati di tutte le confessioni, assumendo quindi un volto ecumenico ormai ben delineato e divenendo un appuntamento atteso. Quest'anno il testo biblico della Settimana "Che formino una cosa sola nella tua mano" (Ezechiele 37,17) è stato proposto dalle chiese cristiane in Corea le quali, forti della propria storia di popolo diviso tra Nord e Sud, hanno trovato ispirazione nel profeta Ezechiele, vissuto anch'egli in un paese tragicamente diviso, mentre desiderava l'unità per il suo popolo. Come si legge nell’opuscolo approntato per l’occasione: "I titoli proposti per ciascuno dei giorni della Settimana ... pongono le comunità cristiane di fronte alle vecchie e alle nuove divisioni, alla guerra e alla violenza, all'ingiustizia economica e alla povertà, alla crisi ecologica, alla discriminazione e al pregiudizio sociale, alla malattia e alla sofferenza, alla pluralità delle religioni per giungere infine a proclamare la speranza cristiana in un mondo di separazione. Siamo dunque in attesa dello splendido annuncio di Apocalisse 21 'Ora faccio nuova ogni cosa'". L’opuscolo, unitamente ad altro utile materiale, è liberamente scaricabile qui. Qui invece è disponibile un’interessante intervista sul tema rilasciata dal cardinal Walter Kasper.

Dialogo interreligioso: un itinerario tra mostre fotografiche e mensole per librerie


Tra gli eventi programmati in occasione dello Josp Festival, il festival internazionale del turismo religioso di cui parlavamo ieri, ce n’è uno dedicato al dialogo interreligioso che merita una segnalazione a parte. Si tratta di un percorso fotografico per descrivere, rappresentare e approfondire le diverse religioni che presenti a Roma cercando in ognuna di esse il legame tra la fede e l'appartenenza alla comunità, intesa come identità di un popolo e delle proprie tradizioni.


“Nel nome di'', questo il nome del progetto, è opera del collettivo fotografico WSP, composto da giovani fotografi freelance operanti in particolare nel campo del reportage sociale e di attualità, e ritrae diversi culti professati nella capitale, tra i quali il Cristianesimo cattolico, la Chiesa copta-ortodossa, la Pentecostale, quella di Gesù' Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, l'Ebraismo, l'Induismo, l'Islamismo e il Buddismo. Gli scatti colgono momenti di preghiera e celebrazione, ma anche momenti specifici di alcune tradizioni che contemplano aspetti di convivialità e socialità. Ogni fotografo e' stato prima osservatore, poi partecipante, infine fotografo, nel tentativo di cogliere con rispetto delle differenze un filo comune, in tempi in cui la convivenza e l'integrazione risultano così difficili o temuti.


E sempre in tema di dialogo interreligioso, cosa dire di questa mensola per libreria “religiosamente corretta”? Progettata per disporci sopra i libri fondativi delle , i medesimi, una volta allineati, risulteranno tutti alla stessa altezza. Facile con il design, meno facile nella realtà.

martedì 13 gennaio 2009

Josp Festival: al via il primo festival dedicato ai "viaggi dello spirito"


“Cantiamo pure ora, non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica. Cantiamo da viandanti. Canta ma cammina. Canta per alleviare le asprezze della marcia, ma cantando non indulgere alla pigrizia. Canta e cammina.”. questa citazione tratta dalle opere di Sant’Agostino fa da leit motiv alla prima edizione Josp Fest, “Journeys of the Spirit Festival”, il primo festival internazionale esclusivamente dedicato ai “viaggi dello spirito”, organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi, e che prenderà il via dopodomani, giovedì, a Roma.


Il tema della prima edizione di Josp Fest (“Canta e Cammina”, appunto” è stato scelto perché descrive concretamente l’esperienza del pellegrinaggio. Il camminare infatti è una sfera della vita e, insieme al canto, aiuta a superare gli ostacoli che si trovano lungo il cammino, specialmente se è condiviso con gli altri.


«Il pellegrinaggio – spiegano gli organizztori –, che risale ai tempi dell’Impero egiziano quando le persone che risiedevano in periferia si spostavano in città per partecipare ad incontri religiosi, oggi è per lo più associato ad uno stereotipo di “viaggio” rivolto alla sola fascia di età matura. Proprio per questo Josp Fest rappresenta una grande opportunità di sfatare questi luoghi comuni, e di riqualificare il pellegrinaggio all’interno dell’industria del turismo, puntando sugli aspetti dinamici che un’esperienza del genere offre a chi la vive».


E per sfatare l’idea del pellegrinaggio vista esclusivamente come “roba da vecchi”, gli organizzatori hanno davvero predisposto un parterre di eventi di tutto rispetto. Anche i numeri sono di tutto rispetto: centocinquanta espositori provenienti da 4 continenti, convegni a tema, workshop, tavole rotonde, appuntamenti musicali e culturali. Il turismo religioso sembra davvero avere un futuro, insomma.

domenica 11 gennaio 2009

Fabrizio De Andrè: un ricordo a dieci anni dalla morte tra musica e spiritualità


Bella la trasmissione speciale di Che tempo che fa dedicata ieri sera a Fabrizio De Andrè nel decennale della morte. Magari a volte, nonostante le buone intenzioni di Fabio Fazio, c’è stata pure qualche scivolata nella retorica che allo stesso Faber e a tutti coloro che lo amano (ma c’è qualcuno che non lo ama?) non sarebbe piaciuta. Ma pure questo, forse, è stato un tributo da pagare per una trasmissione che rientra comunque di diritto nel ristretto novero di quelle che non faranno rimpiangere di dover pagare il canone tv.


Comunque, in questa sede, vale la pena sottolineare la dimensione spirituale dell’opera del grande cantautore genovese, sviscerata tra l’altro in due volumi: Il vangelo secondo De Andrè e La dimensione religiosa nelle canzoni di Fabrizio De Andrè. Entrambi i volumi sono peraltro citati in un articolo pubblicato dal quotidiano Avvenire un paio di giorni fa.


“Ascoltare e leggere De André –come è stato giustamente notato- era ed è comunque un atto di avvicinamento se non alla fede, certamente alla figura di Gesù che nota dopo nota, verso dopo verso si conferma “oggetto” di profondo rispetto anche per chi, cristiano non è”.


Ma non solo la figura di Gesù è stata presente nell’opera di Fabrizio: come dimenticare Tre madri e Ave Maria?


E per finire, una citazione:



Ascolta la sua voce
che ormai canta nel vento
Dio di misericordia
vedrai, sarai contento
da “Preghiera di gennaio” - Volume I (1967)

Un grande che ci mancherà. Inutile, ma inevitabile, sottolinearlo.

giovedì 8 gennaio 2009

Inghilterra: due nuove preghiere con un occhio alla crisi economica


Gli intrecci tra crisi economica e spiritualità si vanno facendo sempre più stretti, come notavamo tempo fa a proposito del caro petrolio. Anche ora che il prezzo del greggio è in discesa (e gli automobilisti, al momento del pieno, se ne escono con degli Alleluja! magari poco liturgici ma che provengono dal profondo del cuore) i problemi non sono certo risolti. Ne sa qualcosa la Chiesa anglicana, che ha appena composto due nuove preghiere (ne da notizie anche Il Sole 24 Ore) dedicate rispettivamente a chi è rimasto disoccupato e chi rischia di perdere il posto.


Conviene riportarne le parti principali, visto che la crisi è globale e le due preghiere possano essere apprezzate (ed usate) anche da chi non abita in terra d’Albione. La prima dice così: «La parola licenziato dice tutto: inutile, non necessario, senza scopo, in esubero. Aiutami mentre piango confuso, aiutami a pensare chiaramente e calma la mia anima. Mentre la vita continua, fammi sentire la tua presenza con me ogni giorno. Mentre guardo verso il futuro, aiutami a trovare nuove opportunità e nuove direzioni. Amen».


Mentre nella seconda si possono leggere queste parole: «La vita è cambiata: alcuni colleghi se ne sono andati, licenziati, senza lavoro. Improvvisamente, quello che sembrava così sicuro è ora molto fragile. E' difficile sapere cosa provo: tristezza, certamente, senso di colpa, quasi, ad avere ancora un lavoro, e paura del futuro. In questa incertezza, aiutami ad andare avanti, a lavorare al meglio delle mie possibilità, affrontando un giorno alla volta e camminando sempre al tuo fianco. Amen».


Iniziativa senza dubbio meritoria, quella della Chiesa anglicana. E però merita segnalare che solo pochi mesi orsono un’iniziativa analoga venne presa nell’italianissima Prato. Del resto, di questi tempi le preghiere non sono di certo mai troppe.

martedì 6 gennaio 2009

Jesus, la Web Tv della Porziuncola e Catholich Google: un inizio d'anno all'insegna delle novità


Il 2009 si apre con alcune importanti novità in campo editoriale. Alcune buone altre meno, ma cominciamo dalle prime. Il mensile Jesus, fiore all’occhiello delle Edizioni San Paolo, ha iniziato con il numero di gennaio un restyling che, oltre a farne lievitare il prezzo a 4,50 € la copia (nessun cambiamento è ahimè indolore e comunque il medesimo era fermo dal lontano 1995) ne farà però pure lievitare il numero di pagine portandolo dalle attuali 100 a 116. Importanti novità si annunciano anche sul fronte delle rubriche (che purtroppo non sono online): da segnalare le neonate “A Diogneto” che sarà curata da Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, e “Il tesoro nel campo”, affidata alla penna di don Giovanni Nicolini, personalità che vale la pena di essere conosciuta.


L’altra novità che merita una segnalazione è la Web Tv della celebre basilica della Porziuncola, che trasmetterà in diretta o in modalità on demand i principali avvenimenti che si svolgeranno all’interno del celebre luogo tanto caro a San Francesco.


Non si può infine non citare la nascita di Catholic Google, che promette di aiutare i cattolici nelle proprie ricerche online ma che rischia di trasformarsi nell’ennesimo ghetto, visto che Big G svolge già egregiamente il suo compito in favore dei membri di tutte le religioni (e anche di chi non ne ha nessuna). Energie e risorse che avrebbe potuto essere impiegate in maniera più proficua, diciamo.

domenica 4 gennaio 2009

L'Epifania: dai Magi alla Befana passando per Yeats


Poche feste (e forse nessuna) come quella dell’Epifania sono state a rischio di fraintendimenti. A quest’ultima è addirittura toccato in sorte di essere ormai ridotta quasi esclusivamente a festa della Befana. Simpatica vecchietta, per carità, ma che poco o nulla ha a che spartire con la festività suddetta. Chi fosse desideroso di un primo approfondimento, qui può trovarne uno succinto ma abbastanza attendibile.


Ma come al solito sono i poeti a vedere più in profondità. Com’è il caso di W. B. Yeats con questa poesia tratta dalla raccolta “Brucia, Invisibile fiamma” ed intitolata semplicemente



I Magi


Ora come in ogni tempo io posso vedere con l’occhio della mente,


nei loro abiti rigidi, dipinti, i pallidi insoddisfatti


apparire e scomparire nell’azzurra profondità del cielo


con tutti i loro volti antichi simili a pietre solcati dalla pioggia,


e tutti i loro elmi d’argento che ondeggiamo l’uno accanto all’altro,


e i loro occhi ancor fissi, sperando di trovare ancora una volta,


essendo insoddisfatti del tumulto del Calvario,


l’incontrollabile mistero sul pavimento bestiale.