mercoledì 31 marzo 2010

Media e religione: solo lo 0,8% di copertura negli Stati Uniti


Ci vorrebbe un Osservatorio di Pavia anche per la religione. È il primo pensiero che salta in mente scorrendo l’interessante studio pubblicato nei giorni scorsi negli Stati Uniti e dedicato a quanto e come i media d’Oltreoceano seguono le vicende in materia di religione.

Dopo aver analizzato ben 68.700 notizie pubblicate nel corso del 2009, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che esse rappresentavano solo uno striminzito 0,8% del totale delle notizie (percentuale tra l’altro simile a quella ottenuta da altri argomenti quali l’istruzione o l’immigrazione). Percentuale estremamente bassa, ma addirittura inferiore a quella del 2008, quando un analogo studio ne aveva riscontrata una dell’1%. Per avere un termine di paragone, quelle in tema di assistenza sanitaria hanno avuto, nel corso del medesimo arco temporale, una copertura dell’11% totale delle notizie.

Circa due terzi di dette notizie, informa sempre lo studio, si incentrano su storie che hanno avuto luogo negli Stati Uniti mentre solo un terzo originano fuori dei confini nazionali. Le tv via cavo (che negli States hanno un’audience notevole) hanno dato maggior spazio alle notizie che mescolavano tra loro religione e politica, come ad esempio il dibattito seguito all’elezione di Obama ed i suoi rapporti con la fede. Le grandi reti televisive nazionali, dal canto loro, come NBC, CBS e ABC, hanno invece dato maggior spazio ad eventi internazionali, quali la visita del Papa in Medio Oriente o la revoca della scomunica ai vescovi lefebrviani.

Il rapporto analizza anche un importante trend: è destinato a crescere –vi si afferma infatti- il ruolo dei nuovi media come principale luogo deputato a riportare notizie e discussioni intorno alla religione, mentre è destinato a diminuire il numero di coloro che si occupano di tali questioni nei media tradizionali.

Per tornare all’inizio del post, è un peccato che simili accurate ricerche non vengano svolte anche nel nostro Paese.

lunedì 29 marzo 2010

L'Umbria religiosa in mostra da sabato ad Assisi (con passaggio in Tibet)

"Chi tenta di catturare l’Umbria con macchina da foto o con pennello, con scalpello o penna o pennetta, cerchi la sua anima nelle sfumature del misurato, colga il fumo delle candele sui muri delle chiese sparse o in quelle di paese, risusciti, come non so, le preghiere custodite dalle edicole mariane, adornate di fiori così belli che sembrano finti e, talora, lo sono". Così Mariano Borgognoni scrive nel testo introduttivo alla mostra  “I luoghi dello Spirito: ricerca fotografica sulla religiosità in Umbria” che, inaugurata sabato prossimo 3 aprile presso la galleria d’arte della Pro Civitate di Assisi, farà la gioia di quanti visiteranno la cittadina francescana nel corso delle vacanze pasquali.

La mostra documenta, attraverso una selezione di fotografie in bianco e nero e colore, la suggestione di alcuni dei luoghi della religiosità umbra: dal Santuario di Sassovivo, alla comunità dei Piccoli Fratelli di Spello, al Santuario della Madonna del Rosario di Pale, ad altri numerosi luoghi del nostro territorio, con le feste religiose che vi si celebrano lungo l'anno e la vita spirituale che vi si svolge.
La ricerca è stata condotta dai fotografi: Chung Ho Sun, Edia Mazzoli e Stefano Passerini, guidati da Gesuino Bulla, direttore e responsabile delle immagini della rivista Rocca, esperto di linguaggio, storia e tecnica fotografica.
Al duplice scopo di mettere in luce la presenza dei luoghi della spiritualità in Umbria - che fanno parte delle radici culturali e antropologiche di questa terra e della sua popolazione - e di cercare le motivazioni che fanno della terra umbra un luogo di attrattiva e di fascino spirituale, il gruppo ha percorso a tappeto il territorio alla ricerca di monasteri e di antichi santuari e ha seguito e documentato sistematicamente le feste della devozione popolare. Il tutto è corredato da un apparato didattico, comprendente dati storici e antropologici, redatti da esperti. La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre prossimo.

Visto che si è in tema di mostre, non si può non citarne un’altra a sia volta molto interessante: “Tibet Mistero e Luce. La cultura dell’altipiano”, inaugurata pochi giorni fa a Sassari e visitabile fimo alla metà del prossimo mese di maggio, offrirà al visitatore la possibilità di accostarsi al mondo lontano e sempre affascinante del buddhismo tibetano.

venerdì 26 marzo 2010

A Torino in mostra la figura di Gesù nel cinema in occasione dell'Ostensione della Sindone

"Ecce Homo. L’immagine di Gesù nella storia del cinema": è il titolo della rassegna che viene inaugurata oggi (e sarà visitabile da domani) presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino ed organizzata nell’ambito dell’Ostensione della Sindone, prevista tra il 10 aprile e il 23 maggio prossimi. Attraverso un'accurata selezione di fotografie, manifesti, riviste, libri, partiture e dischi, provenienti dalle collezioni del Museo e dagli archivi della Fondation Jérôme Seydoux-Pathé e della Cinémathèque Française, la mostra offre l'opportunità di una riflessione approfondita sulle varianti iconografiche che hanno caratterizzato la figura del Cristo nella storia del cinema. Nell'Aula del Tempio saranno messe a confronto le differenti rappresentazioni dei principali eventi della vita di Gesù, dalla Natività alla Resurrezione. La cancellata esterna della Mole presenterà invece una selezione cronologica dei film più significativi, dal cinema muto ai giorni nostri.

"La più grande storia mai raccontata e' anche in assoluto la storia più volte raccontata dal cinema, così tante che nessuno ha neanche mai tentato di redigere una filmografia completa – ha dichiarato Alberto Barbera, direttore del Museo  -. Il nostro lavoro si e' soffermato su una settantina di titoli, da 'La Vie du Christ' di Alice Guy e Victorin-Hyppolyte Jasset (1906) a '7 Km da Gerusalemme' di Claudio Malaponti (2006), con l'intento dichiarato di fornire - attraverso la selezione di fotografie, manifesti, riviste, libri, partiture e dischi, provenienti dalle collezioni del Museo e dagli archivi della Fondation Jérôme Seydoux-Pathé e della Cinémathèque Française  - una riflessione approfondita sulle differenti modalità espressive con cui, in determinati periodi storici, il cinema si e' confrontato con la rappresentazione della figura di Cristo, come ad esempio le influenze della pittura ottocentesca per il periodo del muto o le derive dell'iconografia pop in un film come 'Jesus Christ Superstar'".

In occasione dell’inaugurazione della mostra, alla Reggia di Venaria - Citroniera, avrà luogo una tavola rotonda, moderata dallo stesso Barbera, alla quale interverranno Giuseppe Ghiberti, Tomaso Subini, Timothy Verdon e Dario E. Viganò.

mercoledì 24 marzo 2010

Un'Ultima Cena sempre più ricca (e a rischio obesità)


Cosa c’è nel piatto dell’Ultima Cena? E, soprattutto, com’è cambiata l’alimentazione in questi ultimi duemila anni? Al curioso ed intrigante interrogativo a provato a dare una risposta un accurato studio pubblicato dal “Giornale internazionale dell’obesità”. Inutile dire che l’analisi di decine e decine di dipinti aventi come soggetto l’ultimo pasto consumato da Gesù e dai suoi discepoli ha evidenziato come le porzioni alimentari siano andate progressivamente aumentando nel corso degli anni e dei secoli. Ciò che colpisce è però la dimensione di tale aumento.

Mettendo a raffronto le dimensioni delle teste dei personaggi e quelle degli alimenti, infatti, i ricercatori hanno scoperto che le dimensioni del piatto principale sono aumentate del 69%, il piatto e il pane, dal canto loro, sono lievitati del 23%.  Altro elemento curioso è rappresentato da ciò che la tavola offre. Se il racconto evangelico fa riferimento solo a pane e vino, nel 18% dei casi tele evidenziano anche la presenza di pesce, nel 14% di agnello e addirittura nel 7% si riscontra la presenza di maiale, il cui consumo –va ricordato- è assolutamente vietato agli ebrei.

Il risultato di queste variazioni e di questo aumento di quantità è che invece di Ultima Cena sarebbe più opportuno parlare di Ultima Abbuffata.

martedì 23 marzo 2010

A Milano e Bergamo il sacro è in scena

Presso il CRT di Milano ha preso il via I teatri del Sacro, un ciclo di nove spettacoli teatrali, frutto di un bando di concorso dedicato all’approfondimento del sacro e dell’esperienza spirituale e religiosa, con riferimento all’ispirazione cristiana, alla tradizione popolare e al dialogo interreligioso.
Si tratta di: In nome della madre, Le donne del Vangelo, Foch, Il Vangelo visto da un cieco, L’abbandono alla divina provvidenza, Scientia crucis - Edith Stein, Oibò sono morto, Maria Nera, Ammaliata. Il progetto è realizzato in collaborazione con Federgat (Federazione Gruppi Attività Teatrali) ed è scaturito dalla consapevolezza delle interazioni sempre più diffuse e articolate che si sono sviluppate in questi ultimi anni tra il sacro e la scena. Un proliferare di iniziative che mette in luce l’attualità, per credenti e non credenti, degli interrogativi e degli stimoli creativi connessi, nei loro molteplici risvolti, alla questione della fede e dell’esperienza religiosa.

Sempre riguardo al teatro, è da segnalare che a Bergamo è in corso di svolgimento  (e lo sarà fino alla fine del prossimo mese di giugno) “DeSidera”, rassegna di teatro sacro del Centro culturale Nicolò Rezzara, una manifestazione estremamente interessante di cui è qui disponibile il pdf dell’intero programma. “L'attrattiva del vero e del bello è più forte - scrivono in un comunicato gli organizzatori - Non esiste abbruttimento dell'anima che non venga scalfito di colpo dal richiamo imperioso di un gesto gratuito di bellezza o da un'espressione libera di bontà. Questa è la sfida che accettiamo riproponendo testi classici o commissionando nuove scritture, ricercando nuovi spettacoli o riproponendo vecchie produzioni, chiamando attori collaudati o giovani compagnie”.

lunedì 22 marzo 2010

Sarà il "Timor di Dio" il tema della terza edizione di "Divinamente Roma"

“Chiunque abbia iniziato un percorso di conoscenza sa che l'unica vera mutazione, per una definitiva conversione dell'umanità a una possibile armonia e alla pace, comincia da se stessi: l'unico possibile punto di partenza per una risurrezione collettiva, forse il più difficile”. Così Pamela Villoresi, che lo ha ideato e ne ha la direzione artistica, presenta l’edizione 2010 di “Divinamente Roma. Festival internazionale della spiritualità”, in programma nella capitale dal 27 marzo al 5 aprile prossimi.

Filo conduttore di questa terza edizione del festival sarà il Timor di Dio: “Il canto, la preghiera, il mito, il teatro, raccontano spesso dello smarrimento dell’uomo nei confronti di una forza inconoscibile e terrifica, di una volontà forte, immensa, che nel dispiegare il suo volere, non tiene in nessun conto l’essere umano – dichiara ancora Pamela Villoresi –. Questo timore, questa dichiarata fragilità dell’uomo riempiono infinite pagine del rapporto tra l’uomo e Dio”. L'appuntamento inaugurale della manifestazione avrà luogo nei Musei Capitolini, dove risuoneranno le note de 'Il cammino dell'anima', viaggio mistico-musicale in cui due musicisti di origine russa, il clarinettista Anton Dressler ed il pianista Uri Brener, guideranno il pubblico in un percorso che si snoda attraverso la Rapsodia di Debussy, la Meditazione di Massenet e il Kaddish di Ravel, ma che lascia spazio anche a composizioni originali e ad altri stili quali la musica contemporanea e popolare, l'improvvisazione e il jazz, la musica dei trovatori, ebraica e klezmer.

Il successo delle passate edizioni della manifestazione romana è dimostrato anche dal fatto che per il secondo anno consecutivo il festival trasferisce il suo format oltreoceano, dando vita a Divinamente New York – International Art Festival on Spirituality (dal 22 al 26 aprile) che, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di New York, ospiterà una selezione degli spettacoli e degli artisti presentati a Roma.

venerdì 19 marzo 2010

Genova: sarà inaugurato domenica il "Giardino delle religioni"

Domenica prossima, 21 marzo, verrà inaugurato a Genova un “Giardino delle religioni”, iniziativa che va nella direzione di una sempre maggior conoscenza reciproca tra le varie fedi che popolano sempre di più le nostre città. L’idea, nata nell’ambito della Consulta delle Religioni operante da tempo nel capoluogo ligure, è quella di associare una pianta ad ogni comunità di fede appartenente alla Consulta: Chiesa Cattolica, Chiesa Battista, Chiesa Luterana, Chiesa Metodista, Chiesa Valdese, Iglesia Evangélica Hispano-Americana, Chiesa Anglicana, Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno, Chiesa Ortodossa Greca, Chiesa Ortodossa Romena, Chiesa Ortodossa Russa, Comunità Ebraica, Centro Islamico Culturale, Assemblea Spirituale Locale dei Baha’i, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Induista Italiana Sanatana Dharma Samgha, e Comunità Sikh.

Le differenti comunità religiose presenti nel territorio di Genova saranno pertanto invitate a scegliere la pianta che rappresenti nel Giardino dell’Arca la loro fede. A ricordare che la particolarità non è ostacolo all’universalità. Lo spazio adibito alla realizzazione del progetto sarà nel centro cittadino, all’interno dei Giardini Baltimora.
Genova ha una tradizione di porto franco delle religioni e della politica e si è ritenuto pertanto naturale pensare ad un Hortuspiriti, un giardino dedicato alla convivenza con il compito di rappresentare valori ideali delle religioni, senza velleità di contrapposizione e competizioni di simboli ma solo come indicatori di religioni che coesistono trovando l’armonia nella diversità.

Le iniziative legate alla realizzazione del Giardino non si fermeranno comunque domenica: come spiega l'assessore Pinuccia Montanari, infatti “ogni anno sarà individuata una data e dedicheremo una giornata per approfondire una dimensione religiosa".

mercoledì 17 marzo 2010

Nostro Dollaro che sei nei cieli: religione e distribuzione del reddito negli States



Proprio nei giorni in cui in Italia sono stati resi pubblici i redditi dei parlamentari, arriva dagli Stati Uniti un curioso ed interessante studio che prende le mosse da un’evidenza solare: il fatto, cioè, che negli States la distribuzione delle ricchezze non sia affatto equa ma venga influenzata da innumerevoli fattori, quali quelli razziali, geografici, di appartenenza sociale e (perché no) persino religiosi.

Lo studio in questione si occupa quindi di stabilire quale relazione ci sia tra le appartenenze religiose e la distribuzione del reddito. I risultati faranno discutere: dall’indagine risulta infatti che induisti, ebrei e cristiano-ortodossi tendono ad avere la più vasta percentuale di affiliati che guadagnano oltre 100.000 dollari all’anno. I protestanti appartenenti alle principali denominazioni e i buddisti,  ottengono anch'essi performance economiche superiori alla media nazionale.

D’altro canto, Testimoni di Geova, membri delle “black churches”, evangelici bianchi e musulmani hanno il maggior numero di aderenti che guadagna meno di 30.000 dollari all’anno. Per quanto infine riguarda i cattolici e coloro che dichiarano di non appartenere a nessuna denominazione confessionale, si è molto vicini alle medie nazionali di reddito.

L’intero studio è consultabile qui in flash.

lunedì 15 marzo 2010

Brescia: al via oggi Crucifixus, il più importante festival di teatro sacro

Prende il via oggi a Brescia ed  in altre località delle provincie di Bergamo e Brescia Crucifixus – Festival di Primavera, il principale festival italiano di teatro sacro, che quest’anno festeggia i tredici anni di vita. Pochi numeri bastano a dare il senso dell’impostanza della manifestazione: 26 giornate di festival, 18 spettacoli, 54 repliche e oltre 40 artisti coinvolti in oltre 20 comuni.

Come affermato dagli organizzatori, “Crucifixus promuove la riscoperta delle tradizioni religiose del territorio (sia nelle forme popolari - feste, processioni e sacre rappresentazioni - sia nelle forme più colte - drammi liturgici, sermoni medievali, antiche preghiere) e intende lavorare sulla valorizzazione del patrimonio artistico locale mettendolo in contatto con artisti di caratura nazionale”.

Il festival si snoda attraverso due sentieri: il primo (chiamato Terra di Passione) percorrerà la Valle Camonica, Sebino e Franciacorta e prenderà il via il 16 e 17 marzo con una delle performance più suggestive: "Rock passion live" con gli allievi dell’accademia "Arte e vita", i fabbri di Bienno, gli scalpellini di Barone e lavoratori della Tassara. Fra gli appuntamenti più attesi la "Via di Carlo Magno", sulla leggenda che vuole la cristianizzazione della Valle Camonica ad opera dell’imperatore. La seconda sezione del festival (e autentica novità di quest’anno) prende invece il nome di Scene sacre in città e avrà come palcoscenico unicamente la città di Brescia. Tra gli eventi di questa sezione è da segnalare in  prima ed esclusiva italiana il Misterio del Cristo de los Gascones (Nao d’amores Teatro, Segovia), che il 18 e 19 marzo verrà rappresentato all’interno del Duomo Vecchio. Un viaggio attraverso un microcosmo costruito su simboli, figure allegoriche e metafore, nel quale ogni singola parte è in funzione di un tutto. Un’immersione nell’appassionante mondo del teatro primitivo, attraverso una visione assolutamente contemporanea in cui il lavoro attoriale si combina con il teatro di marionetta.

Qui il programma dell’intero ciclo di manifestazioni.

giovedì 11 marzo 2010

Il Concilio Vaticano II e la Chiesa: due libri e una giornata di studio per saperne di più

Si parla molto di Concilio Vaticano II, ultimamente, anche tramite la pubblicazione di alcuni volumi che si prefiggono lo scopo di non disperdere la memoria di questo avvenimento cruciale per la vita della Chiesa e non solo. Di un paio di queste pubblicazioni conviene dar conto perché sono particolarmente interessanti. La prima è opera del gesuita padre Bartolomeo Sorge e si intitola La traversata. La Chiesa dal Concilio Vaticano II.  L’autore ne discute in un’intervista in cui esplicita il suo pensiero dichiarando tra l’altro di essersi deciso a pubblicare il volume perché “Il Concilio non è stato, come vorrebbero i riduzionisti, un evento organizzativo o un confronto tra sensibilità e correnti diverse di pensiero, ma un evento carismatico che ha portato nella Chiesa una ventata di vita nuova”.

Il secondo libro da segnalare si intitola invece Che cosa è successo nel Vaticano II ed è opera di John O’Malley, anch’egli  un gesuita, questa volta americano. Alla presentazione del  volume, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha dedicato un’intera giornata di riflessione in cui sono intervenuti importanti studiosi tra i quali Gilles Routhier, Franco Giulio Brambilla e Pietro Bovati. Il primo, dell’Università canadese di Laval, ha affermato tra l’altro che “la ricezione del Vaticano II ha inizialmente beneficiato di un forte sostegno della generazione dei baby-boomers anche se essi hanno vissuto dopo il concilio un periodo di disillusione - ma non di indifferenza - in rapporto ai cambiamenti della Chiesa cattolica. In seguito, le intuizioni conciliari hanno avuto molte difficoltà a incarnarsi in forme di vita e modalità di espressione della fede in ragione del sentire anti-istituzionale e anti-tradizionale dominante nel corso degli anni Settanta”. Brambilla, Vescovo ausiliare di Milano e preside della Facolta Teologica dell’Italia Settentrionale, dal canto suo ha messo in rilievo come “l'apertura della Chiesa al mondo è stata forse l'eredità del Vaticano II più incidente, ma anche la più indeterminata”. Bovati, del Pontificio Istituto Biblico, ha incentrato invece la propria relazione sul ruolo assegnato dal Concilio alla Parola di Dio.

L’interesse crescente verso il Concilio è tra l’altro segnalato anche dalla recente nascita del sito Viva il Concilio, che segnalavamo tempo fa e che si sta arricchendo sempre più di utile materiale.

mercoledì 10 marzo 2010

I blog e la religione: lo stato dell'arte e le prospettive future in uno studio americano

“The New Landscape of the Religion Blogosphere” (“Il nuovo panorama della blogosfera religiosa”) è il titolo di un corposo rapporto pubblicato dall’americana Social Science Research Council. Lo studio (interamente scaricabile da qui in pdf) è diviso in quattro parti, oltre a due appendici, ed offre un’ampia ed esaustiva disanima del ruolo sempre più importante svolto dai blog nel plasmare le dinamiche contemporanee della religione, sia nel mondo accademico che nella vita personale.

“I blog hanno dato il via –affermano gli autori della ricerca- a tutta una serie di nuove conversazioni sul ruolo della religione nella vita pubblica. Internet offre l'opportunità per abbattere vecchie barriere e generare nuove comunità”. Lo studio prende in esame circa cento dei più influenti blog americani che contribuiscono ad alimentare la discussione in materia di religione collocandoli all’interno della blogosfera nel suo complesso, ne delinea i contorni e da anche voce agli stessi blogger. Il rapporto parla  ovviamente anche di cattolicesimo, affermando che “in incontri di alto livello in Vaticano, si è discusso di come il blogging stia cambiando la conversazione riguardante il cattolicesimo e si è persino suggerita l’idea di pubblicare delle linee guida per i blogger cattolici” (intendimenti, sia detto tra parentesi, cui non è stato ancora dato corso).

Come detto, il rapporto è suddiviso in quattro parti: la prima soddisfa le curiosità dei neofiti della materia esponendo in maniera piana cosa è e cosa rappresenta l’attività di blogging; coloro che sono già un po’ addentro alla materia possono passare direttamente alla seconda parte, che contiene approfondite analisi di blogging accademico; la terza e quarta parte del rapporto sono infine dedicate allo stato dell’arte del blogging religioso e alle sue prospettive future.

Davvero uno studio molto accurato di cui viene da invocare una versione che riguardi la blogosfera nostrana.

lunedì 8 marzo 2010

Festa della Donna: all'insegna di Madre Teresa e del ruolo nelle grandi religioni

Nel giorno della Festa della Donna, conviene parlare di una donna che grande lo è stata davvero, a giudizio pressoché unanime: Madre Teresa di Calcutta. Su di lei, in occasione del centenario della nascita, è in corso di programmazione in giro per il mondo un ciclo di sette film aventi lo scopo di far riflettere sulla sua figura. Se è normale immaginare che un’iniziativa del genere abbia riscosso un facile successo nei Paesi di tradizione cristiana, lo forse meno il fatto che la stessa abbia colpito nel profondo anche in realtà culturali e religiose assai distanti da esso, a dimostrazione del fatto che gli esempi valgono più di mille parole.

Com’è il caso del Giappone, come riportato dall’agenzia AsiaNews dalla quale è opportuno estrapolare un paio di testimonianze perché sono molto significative: <<Haruko Tsukihana, 40 anni, ha conosciuto la Beata su un libro, e da allora ne è “affascinata. Quando ho letto della sua vita ho sentito un’energia incredibile, che mi ha sorpresa. Il cristianesimo mi era sempre sembrato una religione di ‘classe superiore’, come se avesse una barriera intorno. Ma il suo esempio mi ha fatto capire che è tutto completamente differente da come lo pensavo io”. E ancora: <<Hiroyuki Miyake, 31 anni, ha studiato in una scuola cattolica: “La cosa che mi ha sorpreso di più è che, con la sua vita, ha trasformato un’ideologia in realtà. È meraviglioso sapere di essere nati nella sua stessa epica storica. Sto considerando l’idea di battezzarmi, perché questo esempio è troppo forte per essere ignorato”>>. La proiezione, dicono le cronache, ha avuto un successo tale che sarà ripetuta il 29 di questo mese.

Sempre sul fronte donne e religioni, è da segnalare che la puntata odierna di Le Storie, il programma condotto ogni giorno da Corrado Augias su Rai Tre alle 12,45, parlerà di ruolo della donna nelle tre grandi religioni monoteiste con la storica Marina Caffiero.

E ovviamente, tanti auguri a tutte le donne.

venerdì 5 marzo 2010

Arte sacra russa: oltre 400 opere esposte da oggi al Louvre

Si annuncia davvero come un’iniziativa senza precedenti la grande mostra che verrà inaugurata oggi al Louvre di Parigi per concludersi il prossimo ventiquattro maggio. “La Santa Russia” (questo il suo nome) offrirà infatti in visione ai fortunati che avranno l’opportunità di visitarla oltre quattrocento opere d’arte, la maggior parte delle quali provenienti da musei e biblioteche russi ed esposti per la prima volta in Francia.

Le opere sono disposte secondo un ordine cronologico che va dalla Russia cristiana del IX secolo fino al regno di Pietro il Grande del XVIII secolo. Gli occhi del visitatore potranno posarsi su icone, calici dorati, pietre funerarie e moltissimi altri oggetti, tra cui la Porta d'oro di Souzdal e il collier di Riazan.  “Fanno parte del fondo più prezioso dell'eredità storica del nostro paese'', ha dichiarato il presidente russo Medvedev, che ha visitato in anteprima la mostra insieme al suo omologo francese Sarkozy.

Jannic Durand, curatore della mostra, spiega che le opere esposte “mostrano come l’arte russa sin dal XII secolo non sia mai totalmente bizantina né tantomeno romana”. Prova ne sia la Vergine della Tolga “dal tipico volto bizantino – fa  notare ancora il curatore - ma dalle sinuosità occidentali. Il suo autore doveva conoscere le opere italiane del Duecento”.

Un’occasione quindi davvero unica per i fortunati che avranno l’opportunità di visitare la mostra parigina.

mercoledì 3 marzo 2010

Ecumenismo: reso noto un vademecum per i rapporti tra cattolici e ortodossi

Si conclude oggi ad Ancona il convegno nazionale dei delegati diocesani per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso. Appuntamento che ha avuto quest’anno un tema in linea con quanto notavamo nel post precedente, cioè il fatto che la maggioranza degli immigrati in Italia professa la religione cristiana, in particolare quello di tradizione ortodossa. “L’ortodossia in Italia. Nuove sfide pastorali, nuovi incontri spirituali”: questo è stato quindi il tema su cui i delegati si sono confrontati per tre giorni stimolati anche dalla riflessione proposta dal card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. Se si osserva la situazione attuale, ha sottolineato il cardinale, “constatiamo che la Chiesa continua ad essere segnata dalle divisioni che si sono prodotte nel corso dei secoli” tanto che “permane ed è sempre più urgente il compito di rendere testimonianza alla fede cristiana”. Una “testimonianza comune dei cristiani al Vangelo”, ha precisato il card. Tettamanzi, “oggi particolarmente urgente, in un contesto sempre più segnato dal pluralismo di religioni e di culture” che interpella “non le singole confessioni cristiane, ma il cristianesimo in quanto tale” chiedendo una risposta “il più possibile unitaria e corale”.

In concomitanza con i lavori del convegno è stato reso noto un vademecum “per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici”, cioè verso gli ortodossi presenti in Italia. Il testo, redatto dall’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo diretto da don Gino Battaglia e per i problemi giuridici guidato da mons. Adolfo Zambon, è destinato prevalentemente ai parroci, agli operatori pastorali e ai responsabili delle istituzioni educative cattoliche e organizza tutta la disciplina vigente nella Chiesa cattolica sui “corretti rapporti” con i fedeli appartenenti alle diverse Chiese ortodosse. Il testo fa il punto su alcune indicazioni relative per esempio ai sacramenti, ai matrimoni misti e all’ammissione dei fedeli alla piena comunione nella Chiesa cattolica. I vescovi hanno ritenuto necessario mettere a punto questo strumento anche alla luce dei dati sull’immigrazione del 2009, secondo cui i cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia ammonterebbero a circa quattro milioni e mezzo. Circa la metà degli immigrati sono cristiani: fra di loro i fedeli ortodossi erano stimati nel 2008 in circa un milione centotrentamila.

Un testo quindi che si propone di fare chiarezza su di un tema che sarà sempre più all’ordine del giorno.

lunedì 1 marzo 2010

Sciopero degli stranieri: un'occasione per riflettere sulle religioni degli immigrati

Nel giorno in cui si svolge il primo sciopero degli stranieri, non solo a livello italiano ma europeo, non sarà inutile richiamare un dato che potrà sorprendere qualcuno, quello relativo alle religioni professate dagli immigrati. Secondo una vulgata corrente, infatti (specie quella che ha più interesse a soffiare sul fuoco delle polemiche e della paura) la stragrande maggioranza degli immigrati sarebbe di religione islamica, mentre in realtà le cose non stanno affatto così, come dimostra lo studio più accurato attualmente disponibile, quello curato annualmente da Caritas – Migrantes. Studio del quale conviene quindi riportare integralmente la parte relativa al rapporto religione-immigrazione:

“A turbare molti, per una malintesa volontà di difesa della religione cristiana, è il panorama multireligioso: in realtà oltre la metà degli immigrati è cristiana, i musulmani sono un terzo, le religioni delle tradizioni orientali meno di un decimo e poi, in misura più ridotta, seguono altre appartenenze. Secondo l’Agenzia europea per i diritti fondamentali, l’Italia è tra gli Stati membri più intolleranti nei confronti dei musulmani: 1 intervistato su 3 ha dichiarato di aver subìto un atto discriminatorio negli ultimi 12 mesi. Più positiva è l’esperienza che si sta facendo con gli ortodossi, i cui preti celebrano il rito liturgico nelle chiese cattoliche.  Senza confusioni e sincretismi, questo nuovo scenario dovrebbe aiutare a far riscoprire il senso religioso, a lavorare insieme per le opere di pace e il benessere della società e a non usare Dio come un’arma contro i fedeli di altre religioni. Vissuta così, la presenza multireligiosa può costituire un’opportunità di crescita individuale e collettiva, con riflessi positivi anche sui Paesi di origine”.

Dati che sono qui disponibili da una fonte insospettabile in maniera più estesa e chiara. Sfatare luoghi comuni è sempre un contributo alla chiarezza e a una discussione seria e pacata.