lunedì 30 novembre 2009

Referendum svizzero sui minareti: un contributo alla comprensione del problema

La questione del referendum svizzero sull’edificazione dei minareti terrà banco ancora per un bel po’ (c’è da scommetterci) nel panorama politico europeo. Potrebbe essere l’occasione per un dibattito serio, sensato e pieno contributi sul ruolo dell’integrazione e del rapporto tra le varie religioni e su quello della libertà religiosa. Difficilmente questo accadrà, prevalendo, come quasi sempre accade in casi simili, l’emotività e i toni urlati.

E da segnalare quindi con favore il contributo di quei pochi che tentano faticosamente di inquadrare la questione in un quadro il più scientifico possibile, il che non significa affatto asettico, bensì al riparo  da quell’emotività che fa sempre aggio sulla razionalità. È il caso di Stefano Allievi, docente di sociologia delle religioni ed esperto in materia in quanto curatore di un rapporto  sulla costruzione di moschee in Europa. Intervistato dal quotidiano francese La Croix (l’intervista è disponibile tradotta in italiano qui) Allievi fa alcune interessanti considerazioni delle quali almeno un paio meritano di essere riprese.

Riguardo all’ostilità generalizzata in merito alla costruzione di moschee, lo studioso afferma che “le costruzioni di moschee continuano a suscitare molti conflitti. Bisogna notare che nessun altro luogo di culto, tempio sikh, luoghi di culto pentecostali, provoca queste opposizioni. Negli ultimi trent'anni, solo l'islam incontra questo problema. Abbiamo esaminato gli argomenti contrari alle costruzioni, raramente si tratta di punti precisi riguardanti le modalità del luogo, il vicinato (problemi di parcheggi, di affluenza), ma piuttosto di argomenti generali, cioè ideologici”.  In merito all’origine di tali conflitti, Allevi evidenzia come “sul piano locale, per un progetto urbanistico, il conflitto permette di esprimere interessi divergenti. Ma se si esaminano le situazioni più da vicino, ci si accorge che tali conflitti hanno delle derive quando si intromettono degli “imprenditori politici dell'islamofobia”, perché non hanno nessun interesse a risolvere il conflitto, che incontra allora un'evoluzione patologica. Tanto più che sono rapidamente recepiti dai media che se ne impossessano – l'islam si vende bene! - e li diffondono a livello nazionale”.

La cosa inoltre paradossale di tutta la vicenda svizzera è che ciò che finora esisteva senza essere visto e notato, è stato ora posto all’attenzione di tutti. Classico esempio di eterogenesi dei fini.

venerdì 27 novembre 2009

Foggia: inaugurata Aurea, la Borsa del turismo religioso

Difficile trovare settori non in crisi di questi tempi, quando anche ciò che sembrava incrollabile comincia a dare segni di scricchiolii. Eppure un settore che non sembra risentire della crisi c’è, ed è quello del turismo religioso. Ecco perché vale la pena segnalare Aurea, la Borsa internazionale del turismo religioso che si è aperta ieri a Foggia e che si concluderà domani snodandosi tra incontri, workshop e seminari riguardanti il settore.

Inaugurando i lavori, il presidente delle Regione Puglia Nichi Vendola è stato quanto mai esplicito: 'Il turismo religioso - ha dichiarato infatti - rappresenta una fetta importante nell'economia della Puglia e del foggiano in particolare e, in una regione come la Puglia, è un tesoro ancora tutto da scoprire. Diciamo che il grosso gira intorno a San Giovanni Rotondo, ma noi non siamo neanche in grado di catturarlo perché possa fermarsi alcuni giorni'. 'E' un turismo mordi e fuggi – ha continuato - e molti di coloro che arrivano a San Giovanni Rotondo, non conoscono la meraviglia di Monte Sant'Angelo, di una chiesa scavata nelle viscere di una montagna; e molti non conoscono i tanti cammini che in Puglia, da Monte Sant'Angelo fino ad Otranto, fanno della storia della cristianità, ma non solo della storia delle religioni del nostro territorio, qualcosa di straordinariamente ricco, penso ai sedimenti della cultura mussulmana, a quella ebraica e alla presenza di sinagoghe e di ghetti'.

Un settore importante, dunque, quello del turismo religioso, ma con potenzialità ancora inespresse che potrebbero portarlo a crescere ancora. Del resto, i numeri della rassegna pugliese parlano da soli: uno spazio espositivo di 5000 metri quadrati in cui operano 100 tour operator specializzati provenienti da tutta Europa e circa 120 espositori. Il turismo religioso, insomma sembra far bene allo spirito e all’economia, un’abbinata che di questi tempi non è da sottovalutare.

martedì 24 novembre 2009

Gesù ti vuole magro: dagli USA arrivano le diete "biblicamente corrette"

Chissà, magari la cosa potrebbe pure essere vista come una variazione dell’antico motto benedettino: non più “Prega e lavora”, bensì “Prega e dimagrisci”.

Come affermato infatti da un interessante articolo del britannico Daily Mail, infatti, l’ultimo grido in fatto di dimagrimento è quello basato sulle diete che si appoggiano sulla religione, il cristianesimo in primis.

Capostipite del settore pare sia stato il programma  Thin Within, che promette di far crescere nella fede mentre, in maniera contestuale, si riduce il girovita, mentre Oltremanica sta andando per la maggiore Fit For Life Forever, che cerca di individuare (sempre con gli strumenti che la religione mette a disposizione) le ragioni profonde per le quali si esagera con la forchetta. La tendenza ha avuto inizio in ogni caso negli States, dove libri dai titoli inequivocabili quali “What Would Jesus Eat?” e “Hallelujah Diet” sono dei veri e propri long seller.

È comunque Gwen Shamblin, con il suo programma “The Weigh Down Diet” la vera e propria "santona" del dimagrimento biblico. La Shamblin (che da pure il buon esempio, pesando pare una cinquantina di chili) ha le idee estremamente chiare: se Dio è il creatore di tutto, possiamo nutrirci di tutto; con moderazione, però. «Quando credi di essere affamato –afferma tra l’altro- aspetta dieci minuti. Pensa a Gesù. Dividi a metà le porzioni. Usa piatti più piccoli. Non andare mai oltre le vere richieste del tuo stomaco».

I consigli della Shamblin lasciano perplessi i nutrizionisti, che invece sono più favorevolmente impressionati da quelli dispensati da Dan Colbert (un medico della Florida) nel libro menzionato sopra e riguardante il modo di mangiare di Gesù. Chi si nutre come faceva Gesù -sostiene Colbert- ha molte possibilità restare in forma e di perdere i chili di troppo. Quindi, nel regime dietetico cristianamente corretto va dato spazio a vino, pane, pesce e legumi. La carne va invece riservata alle grandi occasioni (come testimoniato tra l’altro dalla parabola del figliol prodigo, in cui il vitello grasso si ammazzò per un’occasione non certo di routine).

Fenomeni interessanti, quelli decritti nell’articolo, ma il dubbio rimane: per perdere qualche chilo di troppo c’è davvero bisogno di ricorrere alla Bibbia?

domenica 22 novembre 2009

Animali e religioni tra induismo, islam e cristianesimo

Tempi duri per gli animali coinvolti in festività religiose, considerato il fatto che i medesimi si trovano “dall’altra parte della barricata”: sono cioè coloro cui si fa la festa e non certo i festeggiati.  Nel distretto nepalese di Bara, come informa Asia News, è infatti in corso la festività indù del Gadhimai Mela, nota per detenere il triste primato di maggior evento sacrificale al mondo. Durante le festività, che culmineranno dopodomani con il previsto arrivo di circa un milione di persone, “i fedeli sacrificano al dio Gadhimai migliaia di animali quali bufali, capre e polli. Secondo l’induismo essi placano con la loro sofferenza la rabbia del dio, donando agli uomini fortuna e prosperità”.  Ovviamente, i buddhisti locali e gli animalisti fanno puntualmente sentire la loro protesta (esiste anche un sito approntato appositamente) ma nulla sembra riuscire a fermare la mattanza. Eppure la cosa non ha solo risvolti religiosi, ma pure sociali, visto che durante i festeggiamenti avvengono episodi poco commendevoli, come racconta la stampa locale e il blogger Enrico Crespi in un suo interessantissimo post.

Ma per gli animali non sono tempi duri solo nel lontano Nepal: venerdì prossimo sarà infatti l’Aïd el Kébir (festa del sacrificio). La festa si svolge il decimo giorno dell’ultimo mese del calendario musulmano e consiste nell’uccisione di un montone che deve essere poi diviso in tre parti uguali: una per la famiglia, una per i vicini e una per i poveri.

Se a tutto ciò si aggiunge che al Natale manca ormai poco più di un mese e che per i tacchini si prospettano tempi bui, il quadro è davvero completo.

giovedì 19 novembre 2009

Presentato a Loreto il "Facebook della preghiera": fedeli di tutto il mondo uniti intorno al Rosario digitale

Si è svolto ieri a Loreto il convegno dall’accattivante titolo «Fede e tecnologia: una convergenza a sostegno della preghiera», organizzato dalla Delegazione pontificia per il Santuario della Santa Casa. L’occasione (oltre che per fare il punto della situazione in merito) è stata anche propizia per presentare quello che è già stato definito il 'Facebook della preghiera', un social network d'incontro e dialogo tra fedeli di tutto il mondo, per pregare ovunque e in qualunque momento della giornata e ispirato proprio al santuario di Loreto.

Come spiegato dallo stesso arcivescovo Giovanni Tonucci presentando l’iniziativa “all’inizio, un anno fa, si è sperimentato il rosario elettronico, un piccolo apparecchio che io stesso porto con me in macchina. È stato un successo, così si è pensato di aprirsi a nuovi orizzonti, attraverso i cellulari: in fondo anche l’uso della corona per recitare il rosario fu un primo passo tecnologico, e ora ne compiamo un altro a sostegno della preghiera...”.    Vincenzo Coccoli di Euro Digital Equipment, l'azienda che ha realizzato il Rosario Digitale (qui una sua breve intervista) aggiunge che "si tratta di un innovativo progetto digitale di supporto alla fede, concepito per mettere contemporaneamente in contatto più persone e dar loro la possibilità di aggregarsi in gruppi di preghiera''.  L’applicazione è accessibile gratuitamente all'indirizzo www.prexcommunion.com (dove sono  presenti i contributi registrati di monsignor Giovanni Tonucci, che lo introduce ed impartisce la benedizione finale) e a pagamento dai cellulari più evoluti o dagli Smart-Phone. La piattaforma consente inoltre di sapere in tempo reale quanti altri fedeli nel mondo stanno pregando insieme a noi per la stessa intenzione. I fedeli posso anche creare spazi personalizzati, blog, forum di discussione, condividere documenti, impostare calendari di eventi religiosi e organizzare incontri di preghiera.

L’idea è senz’altro buona, ora si tratterà di vedere come verrà recepita dal mondo della Rete e –soprattutto- se l’idea medesima corrisponde ad un bisogno reale. È la dura legge del Web.

martedì 17 novembre 2009

Cristianesimo e Islam: da Milano e Padova interessanti spunti per un dialogo proficuo

Il C.A.D.R. (Centro ambrosiano di documentazione per le religioni) struttura della diocesi di Milano che si occupa di ecumenismo e dialogo interreligioso, ha pubblicato un opuscolo che contiene alcune indicazioni nell’approccio al mondo islamico la cui utilità va ben oltre i confini della diocesi lombarda.

Lo scritto (molto pragmatico, secondo lo stile meneghino) prende il considerazione le varie circostanze in cui il mondo cristiano incontra quello islamico: dalla preghiera («di fronte alle richieste di pregare assieme è opportuno accettare di "stare assieme per pregare" magari silenziosamente») alle mense scolastiche («il criterio che ci sembra giusto adottare, di fronte alle richieste dei genitori musulmani per il cibo e le feste, è quello di prestare ascolto, purché queste richieste non diventino mai imposizione agli altri alunni e non abbiano la pretesa di eliminare le feste e i segni cristiani che sono cari alla nostra tradizione»).

In mezzo, tutta una serie di altre questioni che vanno affrontate con buon senso, ma senza indossare l’elmetto o ergersi sulle barricate: dai matrimoni misti al favorire le iniziative di reciproco scambio e conoscenza, dalle richieste da parte islamica di locali parrocchiali per la preghiera alla presenza di bambini di fede musulmana negli oratori.

Un’altra diocesi molto attiva nel settore dei rapporti con l’islam è quella di Padova, che ha messo a disposizione un intero sito interamente dedicato all’argomento, ricco di spunti e di documentazione al riguardo.

domenica 15 novembre 2009

Luoghi di culto e liberazione dal male: religioni a confronto a Torino e Genova

È sempre interessante scoprire come le diverse religioni affrontano dai loro rispettivi punti di vista le problematiche che le riguardano più da vicino o quelle che –più in generale- investono la società in cui viviamo. Sono quindi da salutare con particolare favore due iniziative che prendono il via domani a Torino e Genova. Presso il capoluogo piemontese si svolge infatti il convegno di Ecumenica dal titolo “Luoghi della fede. Legittimità, visibilità, arte”.  Rappresentanti di svariate religoni (Ebraismo, Cristianesimo – Cattolici, Ortodossi, Valdesi –, Islam, Induismo, Buddismo, Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Bahà’ì) faranno il punto della situazione relativamente al ruolo che gli edifici di culto rappresentano per esse e su come gli stessi vengono vissuti dai fedeli.

A Genova prende invece il via il convegno “La liberazione dal male nelle tradizioni religiose e nel pensiero filosofico”, appuntamento promosso e organizzato dal "Centro di Studi Antonio Balletto"  e dalla "Associazione Italiana di Filosofia della Religione" , di cui costituisce l’ottavo convegno nazionale. Quello che verrà affrontato -in chiave interculturale e pluralistica- è uno dei problemi principali della sfera religiosa, anzi quello che per molti studiosi e filosofi è il problema centrale della religione e la molla originaria delle molteplici tradizioni religiose: l’enigma del male patito e del male compiuto, della sofferenza e della colpa, e la sfida del come venirne a capo nella vita personale, interpersonale e collettiva. La scelta metodologica è stata quella di proporre un confronto tra filosofi della religione  e studiosi ed esperti delle principali famiglie religiose, che rendesse possibile un’illustrazione concreta della problematica.

venerdì 13 novembre 2009

Inizia oggi in tre città italiane l'esposizione delle reliquie del Buddha storico

Chi pensasse che il culto delle reliquie sia una qualcosa di tipicamente cattolico, avrebbe da oggi una sonora smentita. Inizia infatti a Padova (per proseguire successivamente a Milano e Bologna) l’esposizione delle reliquie del Buddha storico, evento più unico che raro e che attirerà quindi moltissimi visitatori.

Come spiegato in ambito buddhista, “quando pensiamo a alle reliquie abbiamo la tendenza di contemplare  qualcosa di morto, inanimato e forse anche non attraente, come vestiti, frammenti di ossa o di denti. Non è ciò che sono queste reliquie. Quando un Maestro spirituale viene cremato, nei resti delle ceneri, spesso vengono trovate delle meravigliose perle di cristallo. I tibetani le chiamano Ringsel. La loro purezza interiore appare nella forma di reliquie. I veri maestri spirituali generalmente non parlano dei loro conseguimenti interiori, così esse sono la tangibilità materiale che il maestro ha ottenuto le qualità di compassione e saggezza prima della morte”.

Raniero Gnoli, docente di Indologia alla Sapienza di Roma, e curatore per i Meridiani di Mondadori di due volumi dedicati agli insegnamenti del Buddha, afferma che «nel testo che parla della morte del Buddha si dice che i resti vennero custoditi dai discepoli, ci furono anche contrasti nella divisione, e in fondo è naturale. È vero che il Buddha disse "non mi vedrete più", ma tutti i fondatori di religione vengono in qualche modo deificati, succede anche con Maometto nell’Islam, il culto delle reliquie è una forma di rispetto».

Una forma di rispetto che in questo caso ha anche un risvolto benefico, visto che le offerte raccolte in occasione dell’esposizione andranno a finanziare alcuni progetti del Maitreya Project. Ovviamente (essendo il mondo buddhista alquanto variegato) non potevano mancare coloro che dissentono dall’operazione, mentre (in maniera altrettanto ovvia) è stato prontamente allestito un gruppo Facebook al riguardo che conta attualmente oltre 600 iscritti.

 

martedì 10 novembre 2009

Internet e comunicazione nella Chiesa: da domani i vescovi europei riuniti in Vaticano

Facebook, YouTube e Wikipedia sbarcano in Vaticano. Non nel senso che tali strumenti non siano finora conosciuti e usati oltre le Mura Leonine, bensì in quello che tali mezzi (ed altri appartenenti al cosiddetto Web 2.0)  saranno per la prima volta oggetto di intense giornate di studio. L’incontro, intitolato “La cultura di Internet e la comunicazione della Chiesa”, è organizzato nell’ambito dell’Assemblea plenaria della Commissione episcopale europea per i media (Ceem) che si svolgerà da domani a domenica 15 novembre.

Durante l’assemblea i vescovi europei si confronteranno con chi fa comunicazione e produce cultura attraverso Internet: dalla rete sociale Facebook al motore di ricerca Google-Youtube, dal microblogging Identi.ca all’enciclopedia sociale Wikipedia (è stranamente assente Twitter). Un sociologo aiuterà i partecipanti a comprendere il rapporto che i giovani hanno con Internet. Successivamente, si parlerà di pirateria informatica e copyright. Infine, dato che “i media diventano sempre più lo spazio sociale e culturale entro cui passano tutte le nostre pratiche individuali e sociali”, l’assemblea “cercherà di verificare come internet cambia anche le pratiche religiose in particolare tra i cristiani”. La Ceem è una commissione specializzata del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (Ccee) che segue lo sviluppo dei media e delle comunicazioni ecclesiali.  All’incontro prenderanno parte un centinaio di delegati: vescovi responsabili delle commissioni episcopali per le comunicazioni sociali, unitamente ad esperti, addetti stampa e portavoce delle Conferenze episcopali d’Europa.

Un altro segnale, unitamente a quello lanciato con il messaggio della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dell’interessamento della Chiesa attorno a tutto ciò che ruota attorno al fenomeno Internet.

domenica 8 novembre 2009

Muro di Berlino: decisivo (anche se misconosciuto) il ruolo delle chiese tedesche

I festeggiamenti per il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino raggiungeranno oggi il loro culmine. Era infatti il 9 novembre 1989 quando il grido «Die Mauer ist geöffnet» (il muro è aperto) riecheggiò in Germania e nel mondo intero. A Berlino, i festeggiamenti inizieranno con una celebrazione ecumenica che si terrà presso  la Gethsemanekirche, la chiesa presso la quale si riunivano gli allora esponenti della dissidenza tedesco-orientale.

È proprio il ruolo delle chiese protestanti ad aver provocato accese discussioni negli ultimi tempi in Germania. A parere di alcuni loro esponenti, infatti, il decisivo contributo da queste dato agli eventi che portarono in seguito  alla decisione di abbattere il Muro è decisamente sottovalutato. Come osservato dal teologo Richard Schroder, “nei media sembra che il Muro sia caduto senza alcuna storia pregressa. L'opinione pubblica della Germania, soprattutto di quella occidentale, non ha una chiara percezione del ruolo delle Chiese''.  Per Werner Schulz, ex dissidente e oggi europarlamentare ''la rivoluzione pacifica fu anche, nella sua essenza, una rivoluzione protestante. Il suo slogan di 'non violenza' era l'essenza del Sermone della montagna, il passaggio più rivoluzionario del Vangelo. Le chiese protestanti furono i 'campi base' della rivoluzione. La gente andava dalle preghiere per la pace alla proteste in strada con serietà protestante, con disarmante ragionevolezza e disciplina''. Un’accurata ricostruzione degli eventi è tra l’altro fornita dal giornalista tedesco Joachim Jauer in un articolo apparso sul mensile Tracce.

Il portavoce vaticano Padre Federico Lombardi, mette invece l’accento sul ruolo svolto da Giovanni Paolo II ricordando come “la fede cristiana aveva dimostrato di aver contribuito ancora una volta all'unione e alla civiltà del continente, superando la prova crudele dell'ateismo di Stato”.

giovedì 5 novembre 2009

Crocifissi e citazioni: in Europa e USA Dio e Cesare fanno sempre discutere

Mentre infuriano ancora le polemiche sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che proibisce la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, due notizie provenienti dagli USA dimostrano come la questione dei simboli (siamo essi visivi o scritti) religiosi non sia affatto una questione esclusivamente di casa nostra.

Entrambe le notizie originano dal motto americano, quel “In God we trust” che non ha bisogno di traduzioni  e che campeggia tra l’altro sulle monete e banconote a stelle e strisce. La prima notizia è una sentenza della Corte distrettuale della Columbia, la quale ha respinto la richiesta di un cittadino americano ateo che chiedeva di togliere la citazione dalla valuta in circolazione. La motivazione addotta dalla Corte è che il motto ha valore unicamente patriottico e cerimoniale e non intende in nessun modo sponsorizzare una pratica religiosa particolare.

L’altra notizia viene invece dalla cittadina californiana di Lathrop, dove il medesimo motto, “In God We Trust” campeggerà d’ora in poi nello stemma cittadino. Come informano le cronache, la discussione si è tra l’altro connotata di specifiche molto poco spirituali, come il costo che la collettività dovrà sopportare per l’intera operazione. Ma alcuni hanno sollevato obiezioni anche di ben altro spessore, come il fatto che le convizioni personali, tali dovrebbero rimanere senza coinvolgere l’intera collettività.

In Europa a tali discussioni siamo abituati da tempo. Negli USA le polemiche sono più recenti, ma una cosa accomuna le due sponde dell’Oceano: quando ci sono di mezzo Dio e Cesare, c’è sempre da discutere.

 

martedì 3 novembre 2009

Arte e spiritualità: un appello al Papa contro le brutte chiese

Il rapporto tra arte e sacro, si sa, è da sempre foriero di polemiche a non finire, come dimostrano tra l’altro alcune notizie delle ultime ore. Domani verrà reso disponibile un appello al Papa contro l’odierna architettura sacra.  Secondo quanto anticipato, a giudizio dei firmatari, «vediamo crescere di giorno in giorno edifici sacri spogliati del sacro e costruiti senza alcuna cognizione della liturgia, ma modellati sul funzionalismo o sull’estro inconsulto e arbitrario dell’architetto creatore», recita l’appello. «Vediamo le nostre chiese pullulare di immagini e simbolismi più genericamente “religiosi”, ma che non illustrano alcuna realtà genuinamente cattolica».  Secondo gli estensori, «l’arte e l’architettura sacre oggi non sembrano favorire l’incontro dolce e vivificante» con Dio, ma piuttosto «ostacolano e pervertono costantemente». Sarà interessante vedere quanto l’appello avrà seguito (e chissà se lo firmerebbe un artista quale Buff Diss, che ha realizzato un Crocifisso con il nastro adesivo).

Il 21 novembre prossimo Benedetto XVI incontrerà il mondo dell’arte in occasione del decimo anniversario della Lettera di Giovanni Paolo II agli Artisti. Radio Vaticana pubblica un’intervista a Mons. Gianfranco Ravasi sul significato dell’evento.

Passando alla musica, è invece da segnalare l’ultimo lavoro di Roberto Vecchioni, "In Cantus”, profondamente intriso di spiritualità, come dimostra tra l’altro ''A Dio'', canzone composta sui versi di un’omonima poesia di Vittorio Gassman. E chissà, magari al reverendo anglicano Edward Tomlinson (che ha lanciato una sua personale crociata contro i canti profani in chiesa) l’ultima fatica discografica del cantautore milanese piacerebbe di più di Tina Turner.

domenica 1 novembre 2009

Alda Merini: il rapporto con il sacro e la spiritualità nella sua opera poetica

L’opera poetica di Alda Merini, scomparsa nella sua Milano all’età di 78 anni, può essere valutata da diversi punti di vista. Uno (e forse dei più intriganti) è quello del suo rapporto con la spiritualità. Rapporto che non è mai venuto meno, come dimostrano, tra gli altri, i titoli di alcuni suoi libri tra cui “Francesco. Canto di una creatura” , “Cantico dei Vangeli” e “Corpo d’amore. Un incontro con Gesù”.

“Dio guarda tutti, ci vede, guarda i terremotati, vede gli infelici e non abbandona il mondo. Io sono sicura. E uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto”. Così parlava Alda pochi mesi fa a proposito del terremoto che ha colpito l’Abruzzo, a testimonianza della sua attenzione al fatto religioso.  Sul mensile Jesus è disponibile una sua intervista in cui dichiara tra l’altro: «Quando alcuni miei testi di contenuto religioso sono stati rappresentati in pubblico, ho riempito chiese e teatri. Molti erano giovani, ma credo che non venissero tanto per me, quanto per Lui. Forse cercavano qualcuno che li guidasse. Perché la poesia è soltanto un tramite. Da sola la letteratura non salva nessuno. In Cristo c’è la Resurrezione, in noi la morte».

Un’altra interessante intervista che dimostra la sua attenzione alla religiosità è disponibile qui. In essa la poetessa milanese parla tra l’altro di Maria con parole che toccano il cuore: “E’ la donna meravigliosamente dotata di intelletto, la grande ascoltatrice, la terra macerata dal dolore che produce molte lacrime e la resurrezione. Dalle lacrime viene questa spinta verso l’alto. Solo raccomandandosi e abbandonandosi in Dio si superano certi abissi. E’ la donna della donazione  assoluta che accetta un figlio che dovrà rendere. Un po’ come tutte le madri”.

Mancherà a tutti, Alda. A coloro che cercano e a coloro che hanno già trovato, ma soprattutto ai primi.