lunedì 31 agosto 2009

Giornata per la salvaguardia del creato: è l'aria il tema di quest'anno


Si svolgerà domani, primo settembre, la quarta “Giornata per la Salvaguardia del Creato”, un'iniziativa che conferma la crescente attenzione del mondo cattolico verso le tematiche ambientali. Il titolo della giornata di quest'anno è preso da verso del Cantico delle Creature di San Francesco: “Laudato si’, mi’ Signore… per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento” e sottende che l'attenzione di quest'anno è incentrata sull'elemento dell'aria.


Nel documento redatto per l'occasione dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e dalla Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo, si richiama infatti l’invito alla lode al Signore per il dono dell’aria, fonte di vita per tutte le creature, che San Francesco proclama appunto nel Cantico. Il documento richiama l’attenzione di tutti a un rinnovato impegno “per quel bene indispensabile alla vita di tutti che è l’aria” sottolineando “la necessità di respirare aria più pulita” e l’importanza del “contributo personale” di ciascuno “perché ciò avvenga”. “Viviamo in un mondo contrassegnato dal peccato e nel contempo già redento e avviato a un processo di trasformazione”, si affermano e “la crisi ecologica appare come un momento di questo processo: è conseguenza del peccato se la rete delle relazioni con il creato appare lacerata e se gli effetti sul cambiamento climatico sono innegabili, se proprio l’aria – così necessaria per la vita – è inquinata da varie emissioni, in particolare da quelle dei cosiddetti gas serra”.


Infine, nel messaggio si sottolinea che occorre un profondo rinnovamento del nostro modo di vivere e dell’economia, cercando di risparmiare energia con una maggiore sobrietà nei consumi, per esempio nell’uso di automezzi e nel riscaldamento degli edifici, ottimizzando l’uso dell’energia stessa, a partire dalla progettazione degli edifici stessi, valorizzando le energie pulite e rinnovabili.


I cambiamenti, insomma, cominciano anche da noi stessi.

venerdì 28 agosto 2009

Julia Roberts e il Ramadan: mangiare pregare e amare (non necessariamente in quest'ordine)

Cosa ci faceva Julia Roberts a Roma rischiando di mandare in tilt il già caotico traffico della Capitale? Semplice: iniziava le riprese del suo ultimo film dall’intrigante titolo “Eat, pray, love” (mangia, prega, ama), storia di una donna che cerca di ritrovare se stessa dopo un divorzio.

E lo fa, dicono le cronache, intraprendendo un “viaggio intorno al mondo per ritrovare sè stessa, facendo sosta a Roma per godere delle gioie della buona tavola; in India per riscoprire la propria spiritualità; ed infine a Bali, dove incontrerà l’amore”. Interessante il fatto che Roma venga presa ad esempio di buona cucina e non di spiritualità, anche se nel settore avrebbe pur qualcosa da dire, mentre per quanto riguarda la buona tavola, qualche città del Sud avrebbe dato alla protagonista ben altre soddisfazioni.

Sempre per quanto riguarda il campo cibo/spiritualità, è da segnalare uno spot, in onda in questi giorni sulla tv francese, che prende spunto dal mese di Ramadan. Commissionata da Ferico, azienda specializzata nella produzione di couscous, la campagna ha per protagonisti due giovani maghrebini alle prese con la spesa quotidiana in questo importante periodo della vita del devoto islamico. Lo spot sembra aver incontrato il favore dei musulmani d’Oltralpe al punto che uno di essi ha affermato: “''Ci sono un sacco di arabi in questa pubblicità, e' la prima volta che vedo una cosa del genere in Francia. Finalmente contiamo economicamente in questo paese''.

E così l’integrazione cultural-religiosa (che, si sa, ha volte prende vie traverse) stavolta è passata attraverso gli scaffali di un supermercato.

mercoledì 26 agosto 2009

Cina: a Rebkong i buddhisti tibetani accolgono gli spiriti della montagna

Siamo a Rebkong nella provincia cinese di Qinghai. È qui che si tiene la festa di Lurol, esempio di sincretismo religioso in quanto ancestrali tradizioni locali (per l’esattezza quelle relative al culto Bon) si sono via via intrecciate con il buddhismo tibetano.

Si tratta di una festa che inizia il ventunesimo giorno del sesto mese lunare (quindi in luglio o agosto) e si protrae per cinque giorni in quattro villaggi diversi.  La credenza è che gli spiriti scendano dalle montagne per incarnarsi nel corpo di un medium .

L’agenzia Reuters ha pubblicato un bel reportage fotografico sulla festa di quest’anno, svoltasi nei giorni scorsi. I facilmente impressionabili maneggino con cura perché alcune immagini sono estremamente crude.

martedì 25 agosto 2009

Fede e comunicazione 2.0: alcuni possibili risposte



Come esprimere e proporre adeguatamente la fede in un mondo in cui dominano i media?

All’interrogativo cerca di dare una risposta John Flynn in un articolo apparso sull'agenzia  Zenit.  Partendo dall’assunto che troppo spesso  i  media sono inadeguati a parlare di temi religiosi, Flynn delinea alcune possibili risposte tratte soprattutto dal mondo evangelico (ma sarebbe forse meglio dire evangeli cale) americano ma applicabili a qualsiasi religione che voglia approcciarsi in modo adeguato ai media.

Basilare “è il fatto che l’atteggiamento del pubblico è molto cambiato. In passato, i rappresentanti delle Chiese e gli operatori cristiani rispondevano alle richieste del loro pubblico e sapevano che il pubblico avrebbe ascoltato. Per contro, oggi è il pubblico che domanda e la sfida è di fare in modo che ascolti e risponda”.  Interessante è il constatare come i concetti basilari del Web 2.0 abbiamo plasmato la mentalità dei più: “La generazione precedente era contenta di poter ascoltare le ultime omelie, ma quelli del Millennio vogliono prendere parte al dialogo e vogliono poter rispondere, altrimenti non sono interessati”.

Tra le raccomandazioni contenute nello scritto, quella di dare più potere alle immagini e il non dare valore esclusivamente ai messaggi negativi.  Infine, dare senso:  “Ciò che dobbiamo fare è mostrare alla cultura che non siamo contro di loro, che abbiamo una storia interessante e che questa può cambiare la loro situazione”.

Sfide difficili, ma non per questo (anzi, proprio per questo) appassionanti.