mercoledì 7 novembre 2007

Islam e induismo: due iniziative della Chiesa per il dialogo

Due buone notizie nel campo delle relazioni tra la Chiesa cattolica e le altre religioni. Quanto poi le medesime siamo bene accolte dalle stesse, si vedrà, ma intanto non resta che registrarle. La prima viene da Milano, dove l’ufficio Ecumenismo e dialogo dell’arcidiocesi ha rinnovato anche quest’anno l’invito ai parroci a passare anche nelle abitazioni dei fedeli di fede musulmana durante la visita nel periodo natalizio alle famiglie per la benedizione delle case. “Le esperienze degli anni scorsi – spiegano don Gianfranco Bottoni, responsabile dell’ufficio e don Giampiero Alberti, collaboratore per i rapporti con l’Islam - ci incoraggiano a proseguire in questa linea: le nostre feste di Natale o di Pasqua possono offrire l’occasione per un incontro”. L’ufficio diocesano ha preparato per l’occasione due modelli di lettera (disponibili anche in lingua araba, inglese, francese e urdu) da lasciare nelle case dove si spiega ai fedeli musulmani il significato per i cristiani della festa del Natale e il desiderio di dare insieme “al mondo una testimonianza efficace della nostra fede nell'Unico Dio”.

Nel frattempo, e siamo all’altra notizia, il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha diffuso il testo rivolto ai fedeli hindu per la festa di Diwali. “E’ solo attraverso il nostro dialogo – si afferma tra l’altro nel documento - evitando ogni forma di pregiudizio e di idee stereotipate sugli altri e testimoniando fedelmente i nostri precetti ed insegnamenti religiosi, che possiamo realmente superare i conflitti”.

7 commenti:

  1. Islam e induismo: due iniziative della Chiesa per il dialogo

    Due iniziative della chiesa cattolica dedicate al dialogo interreligioso, in particolar modo con l'islam e l'induismo

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  2. che è successo? mi si è cancellato il comm.
    Dicevo bella l'iniziativa qui a MI, in effetti l'urdu lo capiscono in quasi tutta l'Asia merid! Intelligente:)

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  3. Già, c'è gente in gamba che lavora in quel settore a Milano

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  4. meno il mio parroco, grande persona e grande uomo, retto, assolutamente perseverante, secco e asciutto (anche moralmente, per quanto mi è dato di comprendere) e soprattutto con un sacco di spirito pratico e di buon senso: ma quando gli ho proposto degli incontri sul Buddhismo e l'Induismo, con film, molto carini, una specie di mini-lezioni interattive molto molto semplificate e divertenti (con l'aiuto del sacrestano e sua moglie che sono indiani:)), quelle che avevo tenuto in unb liceo di Cambridge, ha riproposto per l'ennesima volta gli approfondimenti sul Concilio Vaticano II. E sul Luteranesimo! Per me, interessantissimi...
    ;)
    e il bello che le pantasime (= fantasme) che erano lì mi hanno detto seccate: NOI qui non abbiamo bisogno di questo. Tu sai come sono fatta vero? Ho detto che anche io ero parte del NOI, benchè non fossi credente come loro, facevo parte della parrocchia e della comunità (ci abito letteralmente sopra) e quindi questa esclusione non la capivo.
    E lui ha risposto che queste cose sono una moda...
    :)

    pensare che le conosco e hanno tutte le donne di servizio o la coppia tuttofare o anche la tata indiani o singalesi, una del Bangladesh...

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  5. Uffa, ne avessi io chi mi propone queste cose. Non è assolutamente vero che sono mode e non interessano: l'ultima riprova l'ho avuta un paio di settimane fa dal primo incontro di un corso che ho contribuito ad organizzare. Se le cose sono fatte bene interessano eccome.
    A volte è proprio vero il vecchio detto: chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane:)

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  6. mi chiedo: perchè queste notizie, questi gesti di dialogo e di apertura non vengono divulgati? Perchè si è sempre pronti a passare la notizia che può gettare ombre su chi lavora ogni giorno per il bene, e il lavoro costante di chi ogni giorno coltiva il suo seme d'amore viene lasciato senza voce?
    Possibile che sia solo il male a fare notizia?
    O abbiamo perso l'abitudine ad ascoltare il bene e a vedere il bello?

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  7. Già, purtroppo pare proprio che le cattive notizie facciano più rumore di quelle buone, ma non bisogna comunque di segnalare queste ultime. Chi la dura la vince!

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