venerdì 9 novembre 2007
Istat: poca religione nella vita quotidiana degli italiani
Il rapporto Istat “La vita quotidiana nel 2006" è un corposo documento (oltre 2,5 MB in PDF) che però vale davvero la pena scaricare perché ricchissimo di dati, cifre e riflessioni. Ovviamente, la parte che qui ci interessa è quella che inizia a pagina 173 ed intitolata “La partecipazione sociale e la pratica religiosa”. Per quanto riguarda in particolare quest’ultima, il rapporto evidenzia come si stia ormai stabilizzando la decrescita di coloro che si recano abitualmente in chiesa una o più volte la settimana mentre è in incremento la quota dei frequentanti solo saltuariamente e dei non frequentanti. Chissà, forse è anche questa scarsa frequentazione dei luoghi di culto ad essere responsabile dell’ignoranza religiosa degli italiani di cui si parlava qualche post fa. E comunque (non che la cosa consoli, tutt’altro) negli USA non stanno certo meglio. Un trafiletto pubblicato dall’ultimo numero del mensile Jesus (purtroppo non online) ed intitolato significativamente “Mc Donald’s batte Mosè”, informa infatti di un sondaggio svolto recentemente nel Paese relativamente alla conoscenza religiosa degli americani. Dire che i risultati sono sconfortanti è poco: gli intervistati hanno infatti dimostrato di ricordare meglio gli ingredienti del Big Mac che le Tavole della legge. Non è proprio il caso di concludere che mal comune è mezzo gaudio.
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Istat: poca religione nella vita quotidiana degli italiani
RispondiEliminaSecondo il rapporto Istat 2006, gli italiani frequentano sempre meno abitualmente i luoghi di culto. Questo è forse anche responsabile della loro ignoranza religiosa
ma con questi famosi rapporti statistici, hanno visto di che età? perché nelle campagne USA la gente più anziana, voglio dire dai 60 in su, sa spesso la Bibbia a memoria. E ancora adesso si trova sempre la Bibbia negli alberghi di provincia e nei motel..
RispondiEliminaMah, io ho paura di chi sa la Bibbia a memoria (ma anche il Corano, i Veda o qualsivoglia testo sacro...).
RispondiEliminail punto mi pare sia che la Bibbia fa parte del quotidiano delle persone, almeno quelle di una certa età e di provincia. E la provincia americana è grande.
RispondiEliminaNon dicevo che sono migliori o peggiori, né che a me piacciono o dispiacciono...
;)
La Bibbia è un libro molto popolare, più che da noi. Vorrei sapere quanti italiani in casa hanno una Bibbia o i Vangeli.
Beh, come diffusione direi che non ci si può lamentare: la Bibbia è da sempre tra i long seller e mi pare discretamente presente in molte case. Il fatto è che spesso è presente ma non viene aperta, cosa non di poco conto.
RispondiEliminaio fra i miei amici veri non ce ne è nessuno, dico nessuno, che l'abbia in casa: una è musulmana, una è buddhista, uno è ateo/agnostico o non so come dire (ma nato di una qualche chiesa cristiana americana), un'altra era pure atea ma aveva i Vangeli. Ma la Bibbia ce l'ho solo io, che io sappia, in inglese, e devo dire che l'ho aperta in tutto un paio di volte..
RispondiElimina:(
(scusa donMo ma mi mette angoscia.. è una mentalità lontanissima da me e pure non so, cupa..)
"Bibbia" deriva dal greco *ta biblìa", che significa semplicemente *i libri*, per cui bisogna distinguere: ce ne sono alcuni (o parti di essi) che sono di una noia mortale anche per me (e per chiunque) altri che è un piacere leggere. Insomma, bisogna distinguere, come sempre.
RispondiEliminaio ho un'edizione completa bella e rilegata ecc. regalata in USA, e forse ho aperto le pagine sbagliate!
RispondiElimina:)
Può essere:)
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