venerdì 26 ottobre 2007

La rinnovata attenzione alla religiosità è figlia della paura (Romano docet)

Davvero interessante l’editoriale che Sergio Romano pubblica sul Corriere della Sera oggi in edicola. Prendendo lo spunto dall’aumentato numero del turismo religioso a Roma dopo l’elezione al pontificato di Benedetto VXI, Romano fa alcuni esempi (dai funerali di Boris Eltsin alla protesta dei monaci Birmani, da un’assemblea di evangelici americani alla Turchia, passando per il Ramadan) per portare acqua al mulino della tesi che il “mercato religioso” (come lo chiamano i sociologi) tira come non mai. Anche l’integralismo musulmano, a parere dell’editorialista, non sarebbe che un aspetto di questa rinnovata attenzione ai temi religiosi. Attenzione che ha un padre, anche se sarebbe meglio chiamarlo patrigno, con un nome ben preciso: paura. Si va dalla paura economica e sociale a quella ambientale, passando per quella che investe l'area delle certezze e della moralità. “Ciò che può sembrare progresso conclude Romano- rappresenta per molti un fattore di smarrimento e di confusione. Mentre gli uomini politici vivono alla giornata e cercano di accontentare tutti i loro elettori, le religioni danno risposte nette e offrono ai fedeli disorientati l'ancora della certezza”. Tesi un po’ all’ingrosso, bisogna dire, ma che comunque hanno il pregio di non prestarsi ad equivoci e che possono rappresentare una buona base di discussione.

14 commenti:

  1. "Mentre gli uomini politici vivono alla giornata e cercano di accontentare tutti i loro elettori". Magari!!! Firmerei con il sangue se fosse vero...
    Ritornando all'articolo, mi ritorna in mente un passo del vangelo ove Gesù diceva che bisognava farsi bambini per entrare nel regno dei cieli... ultimamente sto pensando che la fede e la religione sono concetti talmente alti, puliti e amorevoli che per il mondo (anche per me stesso in alcune circostanze) sono praticamente irraggiungibili, anzi neanche lontamente impensabili. E quindi distolgono lo sguardo accecati e provano, con il fango in cui sono avvolti, a cercare di sporcarla per demonizzarla...

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  2. La tesi è vecchia ed è considerata una delle cause per cui, nel secolo scorso, sorsero i totalitarismi, per mettere ordine ed eliminare la confusione. Nel secolo scorso era certamente corretta, ma oggi non direi, di solito nella ricerca di ordine si scelgono proposte moderne ordinatrici, non quelle vecchie.
    La fede sta semplicemente riprendendo parte del suo posto nella vita pubblica, dopo che il comunismo l'aveva ostacolata.

    Non mi sembra ci siano cause particolari a parte le solite umane, se non forse il desiderio di ritrovare il passato, un rifiuto di quella modernità materialista-comunista che ha prodotto un mondo vuoto e desolante (es. in europa una delle prime cause di morte sono i suicidi).

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  3. Stefano, mi pare che quello di Romano nei confronti dei politici non sia stato proprio un apprezzamento.
    Thumbria, già le tesi di Romano mi parevano eccessivamente semplificatrici, ma (scusa la franchezza) il tuo commento mi sembra tale ancor di più. Quello che dici relativamente al comunismo può valere per la Russia, ma non per l'Italia. (E poi anche per la Russia ci andrei cauto: vedi ciò che è accaduto in Polonia all'indomani del crollo del regime).

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  4. (uhm modernità materialista comunista...)

    è anche vero che vivendo sempre più di computer, e ovunque nel mondo con l'eccezione di alcune parti dell'Africa, abbiamo perso il bisogno e il gusto delle cose fisiche. La mente non si applica su cose pratiche o su fatiche e si dedica ad altro, abbiamo altri bisogni: uno è quello di non vivere di solo pane.
    Quindi, spiritualità ma anche edonismo, tutto quello che non è fisico e materiale ma è apparenza -- o va aldilà dell'apparenza.

    Mi ricordo che quando facevo cose molto più pratiche, o anche adesso quando fatico per travasare o potare tutto il giorno, o semplicemente pulisco la casa a fondo, dopo un po' allo spirito ehm ci penso di meno.
    Marta nel mio caso esclude un po' Maria..
    ;)

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  5. Già Boh, è sempre difficile unire Marta e Maria, ma per tutti, sai.

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  6. La rinnovata attenzione alla religiosità è figlia della paura (Romano docet) « SPIRITUAL SEEDS

    una discussione iniziata da un articolo di Sergio Romano sul Corriere della Sera relativamente al ruolo della religione nella società

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  7. forse il problema non è che l'analisi di Sergio Romano è all'ingrosso, ma il fatto che Sergio Romano si presti a far passare un'analisi all'ingrosso. e più che una base per la partenza della discussione è la base per la non discussione, ovvero per chiudere tutto con la solita storia della paura, dei millennarismi, dell'irrazionale, della fuga, dell'intimismo, dell'oscurantismo.

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  8. Dici, lc? Sarà che personalmente stimo Romano (che leggo sempre volentieri, pur non sempre condividendolo) ma non mi pare fossero queste le sue intenzioni. Magari la sua è *una* spiegazione, non esistono mai spiegazioni univoche e lineari per questioni complesse.

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  9. infatti quello che mi stupisce è che avendo stima dell'intelligenza di Romano mi pare strano che tiri fuori il tormentone della paura. su motivazioni poi che sono la precarietà dell'inps, lo scioglimento dei ghiacci, i vladimir luxuria. manca solo il problema del traffico alla johnny stecchino. anche la comunanza con le altre manifestazioni del religioso mi pare pressapochista, non da uno abituato a cogliere la differenza specifica come è S.Romano (perché l'analisi per capire deve partire dalla differenza specifica). e Ratzinger fa leva sul continuo render ragione della propria fede, il che è essenzialmente diverso da altri modi di affrontare il futuro, ad esempio dai fondamentalisti protestanti, i rinati. insomma butta tutto nel calderone per poi giustificare nel finale dell'articolo un invito a serrare i ranghi con le armi della convinzione delle proprie posizioni, quasi un fideismo fondamentalista di segno contrario.

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  10. Beh, considera che Romano è specialista di tutto, quindi di nulla. Sia detto con il massimo rispetto, ho già detto che lo stimo. Ma non si può essere competenti in tutto, è ovvio, in particolare lui non è un sociologo delle religioni, per dire. Detto questo, le sue mi sembrano comunque delle considerazioni interessanti cui porre attenzione.
    Quanto alla valorizzazione della ragione, ok, ma senza dimenticare che si ouò avere un atteggiamento fideistico anche nei confronti della stessa.

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  11. scuasate se interferisco, specialista di tutto quindi di nulla...
    :)
    la mia tesi...

    0)

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  12. La tesi della "fine della confusione" come origine del comunismo e degli altri regimi totalitari non è mia, è sostenuta dagli storici tanto da essere nei libri di storia. Da cui, peraltro, io la ho ripresa.

    Per quanto riguarda le cause della ripresa dell'interesse religioso, invece, l'influenza del pensiero materialista mi pare anch'essa accertata, dalle istituzioni europee, che sostengono qualsiasi richiesta di discriminazione positiva senza merito, fino alla liberazione dei costumi. Peraltro, essendo il materialismo e la religione mutualmente esclusivi, la ripresa dell'uno implica logicamente l'abbandono dell'altro.

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  13. Eppure oggi, accanto ad una ripresa del religioso, si assiste anche ad una ripresa del cosidetto "nuovo ateismo" (vedi i libri dei vari Odifreddi e simili): sarebbe interessante leggere i fenomeni l'uno accanto all'altro.

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